Non chiamatelo zar: Pisa accoglie Alexander Knaster, il nuovo proprietario dello Sporting Club
Nato in Russia nel 1959 da una famiglia ebrea, a 16 anni è emigrato negli Stati Uniti. Possiede la cittadinanza britannica e ha un portafoglio personale di 2,2 miliardi di euro. Ed è intenzionato a fare del Pisa un gioiello
Non ha niente a che vedere con la storia imperiale russa, né con l'appellativo affettuoso che i tifosi pisani dettero a Vitaly Kutuzov ai tempi in cui l'attaccante bielorusso faceva meraviglie in campo. Alexander Knaster non è il nuovo zar di Pisa, né intende esserlo: molto più semplicemente, è un imprenditore che sulla società nerazzurra e tutto ciò che ruota attorno a essa (riqualificazione dell'Arena Garibaldi in primis) ha deciso di puntare forte e investire (molto).
Nato nel 1959 in Russia in una ricca famiglia ebrea, Knaster a sedici anni emigrò negli Stati Uniti: qui, oltre ad acquisire la cittadinanza statunitense, perfezionò gli studi conseguendo la laurea in Ingegneria e Matematica alla prestigiosa Carnegie Mellon University di Pittsburgh (Pennsylvania), seguita da un altro titolo nel 1985 alla Harvard Business School. Dopo il percorso accademico, Knaster si lanciò nel mondo della finanza, ricoprendo varie cariche fino a ottenere, nel 1995, l'incarico di amministratore del ramo russo dell'istituto di credito Credit Suisse First Boston, abbinandovi anche un dottorato in Economia presso la Russian Academy of Science.
Nel 1998 ottenne l'incarico di amministratore di Alfa Bank, uno degli istituti di credito privati più prestigiosi in Russia. L'abilità nella gestione di grandi cifre e corposi investimenti da parte dei creditori consentì a Knaster di creare un proprio fondo di investimenti: nel 2004 nacque così Pamplona Capital Management, che nel 2013 arrivò a gestire qualcosa come 6,5 miliardi di asset. Ma l'interesse del finanziere russo americano non si ferma ai semplici affari: Knaster infatti è molto attento anche alla filantropia, tanto da erogare diversi contributi nei confronti delle fondazioni delle università frequentate, e creando anche delle borse di studio per facilitare l'accesso agli studenti con difficoltà economiche. Nel 2014 infine creò The Mark Foundation for Cancer Research: un centro di ricerca scientifico intolato al padre e finanziato personalmente da Knaster.
Il nuovo proprietario del Pisa (75% delle quote) quindi è un imprenditore poliedrico, attento sia agli affari ma anche alla ricerca e alla cultura. Uno dei suoi ultimi investimenti infatti è la riqualificazione del 'Cammino di Lawrence' a Lerici. Proprio la costa racchiusa tra le Cinque Terre è uno dei luoghi del cuore di Knaster: qui ha una villa nella quale sono stati avviati i primi contatti con Giuseppe e Giovanni Corrado, seguiti nella residenza di Forte dei Marmi. Da qui, nella scorsa estate, è partita la triangolazione con Milano, sede delle attività di Enzo Ricci, Mirko Paletti e Raffaella Viscardi (rispettivamente ex azionista di maggioranza del club, azionista di minoranza e consulente dell'area finanziaria) e Londra.
La capitale britannica è entrata in gioco dopo la sponda offerta da Legends International, la società di management sportivo avvicinata dal Gruppo Yard, la società incaricata dal Pisa Sporting Club di scovare gli investitori privati interessati a partecipare al progetto di riqualificazione dell'Arena Garibaldi. L'ingresso sulla scena del colosso britannico, leader mondiale nell'ambito degli investimenti nel calcio, è complementare all'arrivo di Knaster: l'uno attira l'altro, in uno sviluppo che entro la primavera porterà alla redazione del Piano economico finanziario del progetto di restyling dello stadio da presentare al Comune di Pisa.
La città della Torre rappresenta per il nuovo proprietario e per la multinazionale britannica un tesoro sotto ogni punto di vista: sportivo (il Pisa può contare su un progetto tecnico in costante crescita di risultati), finanziario (il club non ha debiti grazie al grande lavoro portato avanti dal dicembre 2016 da Corrado, Ricci e Paletti), imprenditoriale (il nuovo stadio posizionato a pochi metri dal monumento italiano più famoso al mondo, una popolazione studentesca dinamica e molto ricettiva in termini di eventi musicali e artistici in generale). Ecco perché il matrimonio è stato celebrato: il calcio sarà il volano e il tramite attraverso il quale Knaster intende generare ulteriore valore da investire nella società e nelle infrastrutture a essa legate.
Pisa e il Pisa si apprestano così a entrare nella dimensione del calcio del terzo millennio: non più esclusivamente partite e risultati più o meno positivi, ma impresa a 360°, in cui ciascuna componente è necessaria per il felice epilogo degli investimenti. La tifoseria può lecitamente sognare, dopo tanti, troppi anni passati a ingoiare bocconi amari e assistere a scene di giubilo di avversari meno quotati e meno blasonati. Il momento del riscatto è realmente arrivato.