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Pisa 1909, due obiettivi: chiudere con dignità la stagione e pianificare già la prossima

La sconfitta di lunedi con l’Avellino ha aumentato il distacco del Pisa dalla zona playout, riducendo di conseguenza le speranze di salvezza dei nerazzurri. La tifoseria ha però tributato l’onore delle armi ai ragazzi di Gattuso: la società dovrà ricostruire la squadra basandosi su questo entusiasmo

La mazzata, l’ennesima di una stagione complicata sia a livello sportivo che societario, subita con la sconfitta nel lunedi di Pasquetta per mano dell’Avellino rischia di essere quella fatale. L’1 a 0 con il quale gli irpini hanno sbancato l’Arena Garibaldi, violata per il terzo turno consecutivo (il secondo nel giro di nove giorni), ha messo in ginocchio la squadra e lo stesso Gattuso, che per la prima volta ha nominato la parola “retrocessione” nel post-gara.

LA SQUADRA. Dare torto al tecnico nerazzurro quando dice che i suoi giocatori non sono mancati dal punto di vista del carattere e dell’approccio alla gara sarebbe eccessivamente ingeneroso, anche per il più incallito dei pessimisti. A differenza delle altre due precedenti prestazioni casalinghe contro Cesena e Salernitana, lunedi Mannini e compagni sono scesi in campo con la forte convinzione di voler e dover conquistare i tre punti. La reazione al gol fortuito siglato dagli irpini è stata visibile ed apprezzabile, anche se ovviamente restano i forti limiti tecnici della rosa nerazzurra.

Scagliarsi su di essi in questo momento della stagione però non sarebbe la mossa più utile da fare, perché non porterebbe alcun risultato tangibile alla squadra e alle residue speranze di risalire la classifica. Il calendario propone ancora sei giornate da disputare, e più nello specifico tre partite da giocare nell’arco di sette giorni. In questi 270 minuti il Pisa e Gattuso si giocheranno tutto, e nella gara di Pasquetta hanno dimostrato di essere ancora vivi.

I 'senatori' nerazzurri sono chiamati a raccogliere le residue energie fisiche e mentali, trascinando anche i nuovi arrivi di gennaio, per cercare di materializzare quello che a tutti gli effetti è diventato un vero e proprio miracolo. Ossia recuperare i cinque punti di distacco dal quartultimo posto, e cercare di giocarsi l’ultima fiche nella lotteria dei playout. Un miracolo che, però, il campionato di Serie B mette ancora a loro, e nostra, disposizione.

LA SOCIETA' E IL FUTURO. Il Pisa, al netto delle problematiche estive e della prima parte del campionato, che inevitabilmente stanno imponendo un conto salatissimo al fisico e alla mente dello spogliatoio, paga anche l’inesperienza della nuova proprietà. Nel calcio è difficile improvvisare, ed è ancora più difficile riuscire a vincere senza la giusta esperienza alle spalle. La carriera dell’attuale allenatore nerazzurro ne è un chiaro monito: prima di trionfare nei playoff dello scorso campionato, Gattuso ha dovuto ingoiare molti bocconi amari nelle precedenti esperienze, e altri sbagli sono stati compiuti in questa stagione. Alla stessa maniera Giuseppe Corrado, insieme al figlio Giovanni, nei primi 5 mesi scarsi di guida della società sono andati incontro a problematiche nuove, mai gestite prima.

Al netto di questi ostacoli, però, non si può dimenticare che dopo anni di avventurieri, piccoli imprenditori e promesse non mantenute, adesso la città ha finalmente una proprietà che ha azzerato i disastri economici lasciati dalla precedente gestione ed ha l’intenzione di riqualificare e riammodernare tutto ciò che orbita intorno all’AC Pisa 1909.

La stagione purtroppo è nata sotto una cattiva stella, a cominciare dalla mancata preparazione ad agosto, finendo con il rischio fallimento a dicembre. Essere ancora in corsa per i playout a sei giornate dalla conclusione del campionato, osservando la situazione da questo punto di vista, può essere visto come un risultato positivo. Il Pisa ha dimostrato di non essere la squadra più scarsa del torneo, partendo dai 36 punti ottenuti sul campo. Tutti i fattori elencati prima però hanno un loro peso, e sommati stanno trascinando la squadra verso la retrocessione.

La società e l’intera rosa, giocatori e staff tecnico, sono chiamati adesso a non tradire un pubblico che anche lunedi ha riservato una lezione di tifo e di sportività all’intera cadetteria, e anche oltre. Gli applausi scroscianti ed i cori di incitamento recapitati ai giocatori e a Gattuso, affranti in mezzo al campo, sono suonati come l’onore delle armi del pubblico ai suoi beniamini. Ma hanno significato anche la conferma di un amore e di un sostegno incondizionato a chi ha dimostrato con i fatti di tenere alla casacca nerazzurra. La squadra e la società non verranno meno alle promesse fatte ai propri sostenitori. Lo spogliatoio è, sportivamente parlando, con le spalle al muro, perché dalle prossime due partite (sabato 22 aprile a Trapani, e martedi 25 aprile in casa con la Pro Vercelli) dovranno arrivare sei punti per tenere in vita la speranza del miracolo. Ma è lo stesso gruppo che non ha abbandonato la barca nonostante non avessero nessuno alle spalle nella prima parte del campionato, e non lo farà di certo adesso. La società, con Giuseppe Corrado ad aprire la fila, saprà invece farsi trovare pronta, programmando per tempo la prossima stagione, che sia ancora in B o di nuovo in Lega Pro. Perché, citando proprio le prime parole dell’imprenditore piemontese da presidente del club: “una squadra può anche retrocedere, ma l’importante è che non lo faccia la società”.

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