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Domenica, 28 Aprile 2024
Benessere Pontedera

Sanità: a Pontedera seminario sul coinvolgimento dei pazienti nel rischio clinico

L'iniziativa rientra nella Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti

Un sistema sanitario migliore non si misura solo su quanti interventi chirurgici, visite e prestazioni diagnostiche vengono effettuati in un anno, in un mese, o in una settimana. Occorre anche che tutto ciò avvenga in un ambiente sicuro, dove gli errori siano ridotti al minimo e, qualora siano commessi, aiutino a migliorare la performance dei professionisti sanitari. Ogni anno l'Azienda USL Toscana nord ovest dedica a questo tema una serie di iniziative che si svolgono durante la giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti, che si celebra ogni 17 settembre. Per l'edizione 2023 l'appuntamento è stato fissato giovedì 5 ottobre, con un seminario dedicato a come i pazienti stessi possono essere coinvolti per migliorare la sicurezza clinica.

Il seminario si è tenuto al Museo Piaggio di Pontedera e ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, tra cui Charles Vincent, professore dell'Università di Oxford; Sara Albolino, del policlinico 'Umberto I' di Roma; Tiziana Meschi, dell'Università di Parma; Antonio Nouvenne, dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma; Gianfranco Bertè, dell'Azienda servizi alla persona di Parma; Stefano Bartoli, dell'ASL Roma 2; Maria Lina Cosimi, presidente del Comitato di partecipazione dell'AUSL Toscana nord ovest; Giulia Dagliana, del Centro gestione rischio clinico della Regione Toscana e i dirigenti dell'Azienda USL Toscana nord ovest, tra cui Giacomo Corsini (direttore sanitario), Laura Guerrini (direttrice dei servizi sociali), Andrea Lenzini, Emilio Bertolini, Roberto Andreini, Moira Borgioli, Andrea Carobbi, Giuseppina Terranova, Cristiana Rigali, Ilaria Razzolini.

"La sicurezza dei pazienti è parte integrante del diritto alla salute - dice Tommaso Bellandi, responsabile del Rischio clinico dell'AUSL Toscana nord ovest - e il seminario ha affrontato la questione di come coinvolgere le persone assistite nelle buone pratiche della sicurezza clinica. Pazienti e familiari, infatti, sono gli unici ad avere una visione complessiva del proprio percorso di cura, per cui partendo dall'ascolto del loro vissuto, della loro esperienza di ricovero, si possono  intercettare i possibili problemi per intervenire subito con azioni di miglioramento e poi attraverso le associazioni dei pazienti, affinché queste siano sempre più parte delle attività di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e valutazione degli esiti".

Di particolare rilevanza la presenza di Charles Vincent, padre fondatore del nuovo approccio sistemico al rischio clinico contenuto nel cosiddetto 'Protocollo di Londra', secondo cui per ridurre gli errori in sanità non è sufficiente riuscire a conoscere la radice ultima della criticità, ma occorre analizzare tutto il contesto organizzativo all'interno del quale avviene il trattamento di cura del paziente. "L'invecchiamento della popolazione è uno dei fattori che renderà più complessi i processi clinici - ha detto il professor Vincent - sia negli ospedali, sia nelle case dei pazienti, dove oggi è possibile effettuare trattamenti sempre più complessi".

"Molte delle cure che i sistemi sanitari oggi forniscono ai pazienti sono erogate in team, da equipe anche molto specializzate. Una delle criticità più diffuse è che spesso, all'interno di queste equipe non c'è un sufficiente livello di conoscenza di chi è responsabile di cosa. Ciò provoca una gestione inefficiente delle informazioni che poi è alla base di diversi errori che possono verificarsi in ambito sanitario". "La soluzione è sviluppare modalità di comunicazione con le quali il team di cura sia in grado di fermare e modificare il processo di cura ogni qual volta ci si renda conto di una criticità, in uno qualsiasi dei compiti affidato ad un membro dell'equipe. Ciò accrescerebbe la sicurezza dei pazienti e migliorerebbe l'efficienza del team".

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