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Cronaca Volterra

Vendita cibi e bevande: Volterra dice no alle nuove aperture

Provvedimento in vigore per i prossimi tre anni per tutelare i mestieri e le attività commerciali tipiche del colle etrusco

Stop all’apertura di nuove attività per la vendita di cibi e bevande per i prossimi 3 anni nel centro storico di Volterra. Il regolamento è entrato in vigore lo scorso 28 marzo, nella città etrusca, terza in Toscana (con Lucca e Firenze) ad aver intrapreso una decisione simile. "Abbiamo varato una misura drastica - spiega il sindaco Marco Buselli - per fare in modo che, aldilà dei divieti, il nostro tessuto produttivo possa ripensare se stesso e trovare nuove vie, che vadano oltre il 'miraggio' del guadagno facile. Le liberalizzazioni selvagge distruggono i centri storici e fasce sempre più larghe di attività tendono ad improvvisarsi, rincorrendo la moda del momento, il cibo in questo caso, attraverso negozi e attività 'fotocopia'. Il rischio era di avere cibo e bevande dappertutto, con la contestuale sparizione del tessuto di botteghe per la cittadinanza, esercizi storici, attività artigianali. La nostra idea di città parte invece dalla tutela dell'essenza, dello spirito stesso della città, che passa, oltre che dai suoi monumenti, proprio dalle facce, dalle attività, dai mestieri di cui è fatta. Volterra ha l'ambizione di diventare un baluardo ideale rispetto a quella globalizzazione selvaggia che sta trasformando i centri storici in cartoline tutte uguali, svuotandone l'anima. Una città a misura d'uomo dove si può decidere di venire a vivere e non un luogo dove si accende la luce solo quando il turista arriva".

"Solo tre Comuni in Toscana hanno fatto questo percorso - aggiunge l’assessore alle Attività produttive Gianni Baruffa - purtroppo tutte le idee precedenti non potevano sostenere un intervento completo e complesso come questo, infatti tutte le altre proposte vagliate in questi anni erano oggetto di impugnazione e anche i nostri tecnici ne sconsigliavano l'utilità. Solo così il percorso è più lineare. Per questo abbiamo lavorato sottotraccia, prendendo spunto dal lavoro fatto dal Comune di Lucca. Siamo soddisfatti, è un provvedimento necessario. Ringrazio la Soprintendenza di Pisa che ha appoggiato tale iniziativa, le associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti e soprattutto la Regione Toscana, lo staff dell'ufficio attività produttive e l'assessore regionale Stefano Ciuoffo. Il nuovo regolamento valorizzerà il tessuto economico e tutelerà le nostre attività già esistenti".

"Salvaguardare l'identità e la particolarità del nostro commercio e della nostra ristorazione, evitare la proliferazione incontrollata di attività take away, contrastare una concorrenza al ribasso che avrebbe danneggiato i negozi di vicinato e penalizzato il turismo di qualità, sono questi gli obiettivi del provvedimento adottato dall'amministrazione comunale che condividiamo al cento per cento per Volterra come per tutte le altre città del territorio provinciale a vocazione turistica - sottolinea Federico Pieragnoli, direttore Confcommercio Pisa - per questo non possiamo che ringraziare il Comune di Volterra e in particolare l'assessore al Commercio Gianni Baruffa per aver adottato uno strumento finalizzato a difendere e promuovere al meglio la qualità del proprio commercio e dei locali che ne rappresentano inequivocabilmente l'identità".

"Come Confesercenti Valdicecina siamo favorevoli all'approvazione del regolamento per il contenimento dell'apertura di nuove attività commerciali e artigianali nel settore alimentare nel triennio 2019-2021 - dichiara Marco Migliorini, presidente di Confesercenti ValdiCecina - come associazione di categoria ci siamo subito mossi con la nostra struttura regionale anche per superare un passaggio, secondo noi cruciale. In precedenza, infatti, il regolamento non consentiva uno sviluppo ulteriore della propria attività pur essendo già insediata da tempo su Volterra, ma grazie alla collaborazione con l'amministrazione comunale e la nostra associazione da oggi si potrà arrivare all'estensione fino ad un massimo del 50% della superficie originaria".

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