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Cronaca

Agosto, esplodono le sagre: 120 giorni di festa...'illegale'

Una dura critica del direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli che torna ad attaccare le numerose sagre che si svolgono in provincia di Pisa, soprattutto nel periodo estivo, e a chiedere maggiori controlli

Agosto tempo di caldo (forse!), vacanze e...sagre. Come ogni anno Pisa e provincia pullula di queste feste che offrono cibi e bevande, oltre alla possibilità di ascoltare magari un po' di musica (e perchè no, ballare) stando all'aria aperta. E come ogni anno si alza la protesta di Confcommercio Pisa che punta il dito contro la concorrenza sleale di questi eventi.

“Sono talmente tante - commenta Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Pisa - che il mese di agosto, invece dei soliti 31 giorni, per gli organizzatori di sagre e simili, avrà oltre 120 giorni in calendario. Un calcolo semplice, basta sommare i giorni delle sagre più importanti alle feste di partito di Pisa e provincia e ci accorgiamo che nel mese più caldo dell'estate saranno appunto oltre 120 i giorni dedicati alle sagre, secondo una stima empirica peraltro al ribasso”.

“Il fenomeno è ormai incontrollato - prosegue Pieragnoli - nell'indifferenza di molti Comuni, che non ne comprendono la gravità. In Toscana si contano oltre 4.000 sagre, per un giro d'affari che supera gli 82 milioni di euro. La provincia di Pisa fa la sua parte, con più di 800 giorni di sagre ogni anno. Tra questi, il Comune di Pisa detiene forse uno dei record: dopo avere autorizzato una festa di partito per 24 giorni, è arrivato ad autorizzare una sagra del pesce, a Marina di Pisa, per altri 17 giorni consecutivi. Quale amministratore si sentirebbe di giustificare una simile scelta davanti a quegli stessi pubblici esercizi del litorale ai quali si è aumentata la Cosap? Crediamo che invece di autorizzare simili attività abusive, e mandare schiere di vigili urbani a fare le multe davanti ai locali regolari, il Comune dovrebbe verificare la presenza di fenomeni di illegalità presenti all'interno delle sagre, a partire dall'inquadramento delle persone che ci lavorano”.

Non è solo un gridare al vento quello del direttore Pieragnoli, visto che possibilità concrete per intervenire e limitare il fenomeno ve ne sono molte: “L'agenzia delle Entrate di Ferrara ha multato una sagra per oltre 50 mila euro, richiedendo giustamente agli organizzatori una contabilità in linea con ogni altro esercizio commerciale. E' questa una strada da percorrere molto più frequentemente, così come quella dei puntuali controlli igienico-sanitari e di tutela del lavoro”.

In ballo, c'è la sopravvivenza economica di molti ristoranti e pubblici esercizi: “In queste sagre ogni carattere di storicità e tipicità è completamente accantonato e a prevalere è solo un interesse esclusivo nel fare cassa, sfruttando al massimo le pieghe di una normativa che tollera queste forme di concorrenza sleale e il lavoro di centinaia di cosiddetti volontari. Intanto però, con questo giochino, i pubblici esercizi regolari di Pisa e provincia perdono ogni anno una cifra compresa tra i sei e gli otto milioni di euro. Nessuno rimborserà loro questa cifra e magari, all'inizio del prossimo anno, si troveranno aumentata una qualche imposta locale”.

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