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Cronaca Santa Croce sull'Arno

Operaio morto al depuratore, i sindacati: "Si accertino al più presto eventuali responsabilità"

Presidio giovedì mattina di fronte alla sede di Aquarno dopo l'incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 9 agosto

Un presidio promosso dai sindacati questa mattina davanti alla sede del depuratore Aquarno dove ieri un operaio, Alberto Fontanelli, ha perso la vita dopo essere precipitato in una delle vasche durante alcuni lavori di manutenzione. Gravissimo il collega che era con lui, anch'esso caduto.

"Quello avvenuto ieri al Consorzio Aquarno di Santa Croce sull’Arno è un episodio gravissimo che non può lasciarci indifferenti - sottolineano da CGIL Pisa, FILCTEM-CGIL Toscana e FILCTEM-CGIL Pisa, presenti al presidio - esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia del deceduto e ci auguriamo che il lavoratore ferito si possa rimettere presto. Attendiamo di conoscere dagli organi pubblici di controllo la dinamica esatta di quanto accaduto, ma chiediamo fin da subito con forza che vengano accertate al più presto le eventuali responsabilità sull’accaduto e là dove risultassero colpe o eventuali negligenze su chi doveva far rispettare il rispetto delle norme di sicurezza paghi senza sconto - proseguono - dobbiamo mettere in campo ogni sforzo affinché si interrompa la lunga lista dei morti sul lavoro, per questo ci dichiariamo disponibili fin da subito a valutare tutte le azioni da poter intraprendere in accordo con i lavoratori e chiediamo si apra subito un confronto con la direzione aziendale che non può esimersi dalle sue responsabilità".

Presente al presidio di questa mattina anche Usb Pisa. "Una morte, quella di Alberto, che si aggiunge agli oltre 700 dall’inizio dell’anno, di cui 4 nella provincia di Pisa con oltre 3000 infortuni denunciati. Dati sempre più drammatici e nessun reale intervento per fermare questa strage, anzi. Il governo Meloni ha deciso un drastico taglio ai contributi per le famiglie colpite da questi lutti. Il primo segnale concreto del governo sul fronte della sicurezza del lavoro è stato, infatti, il ridimensionamento del 'Fondo di sostegno per le famiglie vittime di gravi infortuni' stabilito dal decreto 75/2023 firmato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, che fissa per quest’anno un contributo massimo di 14.500 euro contro i 22.400 dell’anno precedente e un minimo di 4mila euro (6mila nel 2022)".

"La sicurezza nei luoghi di lavoro, uscire di casa per recarsi al lavoro e poter ritornare incolumi dalla propria famiglia è evidentemente sempre più difficile e i responsabili di questa strage sono noti a tutti - proseguono da Usb - la stragrande maggioranza dei decessi e delle lesioni sono evitabili, occorre solo la volontà politica di imporre un nuovo sistema di sicurezza in tutti i posti di lavoro. La cultura padronale è la prima responsabile di ogni morte di lavoro, assecondata da tutti i governi che si sono succeduti in questi ultimi 30 anni alla guida del paese. L’Unione Sindacale di Base è sempre stata in prima linea su questo tema, ed oggi rilancia questo impegno attraverso la campagna per l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro, un importante deterrente, contro un sistema imprenditoriale che considera la sicurezza come un costo e i rischi di infortunio un costo di impresa messo a budget per gestire senza eccessivi danni le morti e i ferimenti".

"Per questo, contro una imprenditoria e un sistema politico criminali Usb sta raccogliendo le firme per istituire una legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro, l’unica proposta concreta in campo per fermare la strage di chi lavora" concludono dal sindacato di base.

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