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"Incontri con la Polizia a scuola", critiche al consigliere: "Provocazioni inaccettabili"

L'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell'università Pisa risponde all'intervento in Consiglio comunale a Pisa del capogruppo Fdi Maurizio Nerini

Il Consiglio comunale di Pisa di ieri, 26 febbraio, ha visto la discussione e gli interventi dei consiglieri circa le violenze avvenute venerdì mattina alle porte di Piazza Cavalieri. Fra questi, il capogruppo di Fratelli d'Italia Maurizio Nerini, che viene oggi criticato dall'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell'università Pisa.

Inizialmente Nerini ha definito la vicenda come "pensosa. A caldo è sempre difficile intervenire, senza sapere. Si rischiano brutte figure. Noi ci siamo affidati alle parole del Sindaco, per l'equilibrio dimostrato, che condividiamo, specie nel condannare la violenza, sempre. Qua poi esterniamo le nostre decisioni: chi ha sbagliato deve pagare, singolarmente. La sconfitta è che poi si finisce per non parlare dei motivi per il quale manifestavano i ragazzi".

Commentando poi i fatti, ha detto che "se si vedono e si ascoltano i firmalti, se si ascoltano, si sentono quanto pesanti siano tante parole (dette dai manifestanti ai poliziotti, ndr). Meno delle manganellate, ma restano, e fanno comunque male". Il tema era in questo caso lo scollamento fra cittadini e istituzioni. Sul corteo: "non preavvisato, con presenza di infiltrati, con le difficoltà dichiarate dal ministero. I poliziotti eseguono degli ordini, non vorrei essere stato al loro posto. Io non avrei insistito per entrare nella piazza: violenza chiama violenza e non va bene". Infine Nerini ha proposto "incontri nelle scuole, facendo incontrare nelle scuoe proprio i ragazzi con la Polizia: basta diffondere una paura della Polizia". Si è poi esteso del dire che ci sono "regole di ingaggio" da rispettare, "anche contro la microcriminalità".

"Riteniamo inaccettabili le dichiarazioni del consigliere Nerini", scrive in una nota l'Osservatorio, riferendosi in particolare ad alcuni passaggi. "E' ora di farla finita di dire che devi avere paura della divisa", è uno di essi. "A nostro avviso - scrive l'associazione - questa non può che essere una provocazione gratuita, fatta nella totale mancanza di rispetto per gli studenti e le studentesse caricati e manganellati durante la manifestazione pacifica di venerdì mattina. Il suggerimento al mondo della scuola di far 'incontrare i ragazzi con le forze dell'ordine nelle scuole' risulta quanto mai stonata in questi giorni e denota una completa mancanza di conoscenza di quanto avviene. Purtroppo, infatti, come ormai denunciamo da più di un anno, il mondo della formazione è letteralmente invaso da attività e proposte didattiche svolte con e dalle forze armate. Una presenza che si è fatta sempre più insistente e pressante nelle scuole e che a nostro avviso sta causando gravi danni allo sviluppo critico e civico delle nuove generazioni, instillando l'idea che solo con la forza, la violenza e la repressione si possano risolvere le conflittualità sociali".

L'Osservatorio poi fa altri esempi: "In consiglio comunale oggi si è parlato di scuola senza averne reale contezza, confondendo la parola 'Diritti' con la materia scolastica del 'Diritto' ossia l'insegnamento dell'insieme de 'Le norme giuridiche che ognuno è tenuto a rispettare', tra cui anche l'articolo 17 della Carta costituzionale ,e il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. Quelle norme sono ben note a studenti e studentesse che le praticano quotidianamente nelle assemblee studentesche non riducibili a comizi di alcuni, come si cerca di far passare per ridimensionarne l'importanza, ma veri e propri momenti di confronto e crescita. In quelle stesse assemblee, e ci teniamo a ribadirlo, dopo avere notato il tentativo di alcuni consiglieri comunali di rimuovere le ragioni della protesta, gli studenti e le studentesse hanno maturato la decisione di manifestare per chiedere che il genocidio del popolo palestinese si fermasse, ora. Il Provveditore, citato dalla stesso consigliere in aula, concorda con la visione distorta e contorta che chiede maggiore intervento delle forze dell'ordine nelle scuole? Davvero le forze dell'ordine possono essere i soli custodi della legalità che viene inserita nei percorsi civici?".

"Noi - insiste - non possiamo che continuare a domandarci quali contenuti possono offrire le forze dell'ordine ai nostri studenti e studentesse? Con quali competenze, anche didattiche, e abilità di insegnamento entrano nelle nostre scuole quando vengono solo a elencare gli articoli del codice penale che si violano nei casi di violenza di genere o di bullismo? Ed è esattamente questo, purtroppo, l'approccio 'educativo' delle forze dell'ordine quando vengono a parlare argomenti complessi e multidimensionali come nel caso di sostanze stupefacenti o del cyberbullismo: punire invece di ascoltare e ricercare le ragioni di un disagio giovanile sempre più diffuso. Crediamo sia giunto il momento di aprire una profonda riflessione sul tema proprio a partire dalla lettera che i dirigenti scolastici della Provincia di Pisa hanno inviato al Prefetto e al Ministro dell'Istruzione in cui, a fronte di quanto avvenuto, si preoccupano di salvaguardare 'la collaborazione interistituzionale tra mondo della scuola come comunità educante e forze dell’ordine abbia a incrinarsi'. Noi riteniamo che non ci sia alcuna collaborazione educativa da salvaguardare, e auspichiamo uno sforzo maggiore da parte della comunità educante tutta per continuare a dare a studenti e studentesse delle nostre scuole un'offerta educativa completa che renda la complessità dei fenomeni e che ne ricerchi le cause insieme, senza l'intervento di forze dell'ordine, lasciando alle famiglie, alla scuola e a personale competente la costruzione di una comunità educante fondata sui principi della Costituzione".

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