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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Casa alloggio 'L'isola che c'è', è allarme: "Chiusura e taglio finanziamenti, le istituzioni chiariscano"

La lista Diritti in Comune segnala le difficoltà vissute recentemente dall'associazione, che negli anni ha aiutato molte famiglie

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Una missione nobile, che negli anni ha incontrato sempre più difficoltà, e ora c'è di nuovo la paura dell'interruzione di un'esperienza che ha aiutato tantissime mamme e papà in momenti difficili. E' il caso della casa alloggio 'L'Isola che c'è' dell'Associazione Pisana Amici del Neonato (Apan), progetto che prevede forme integrate di assistenza ai nuclei familiari dei bambini nati pretermine o con patologie alla nascita, ricoverati presso il reparto di Neonatologia dell'ospedale Santa Chiara di Pisa. La lista in Consiglio comunale Diritti in Comune rende noto che "allo stato attuale, ad esempio, l'associazione non ha ancora ottenuto il finanziamento del 2023, confermato con una comunicazione della Società della Salute nell'aprile dello scorso anno. E il 2024? Nessuno si sbilancia, e le mamme ospitate continuano a ricevere accoglienza e cura a spese dell'associazione".

Nel 2015 una mobilitazione per chiedere fondi riuscì nell'intento di evitare la chiusura. Oggi si teme una situazione simile. "Abbiamo deciso di investire della questione la Seconda Commissione Consiliare Permanente - scrive Diritti in Comune in una nota - per mettere a confronto l'Azienda Ospedaliera Pisana e la Società della Salute, definendo formalmente le responsabilità istituzionali e le dovute garanzie. Siamo convinti che dopo 22 anni di attività, parlare ancora di progetto sia completamente fuorviante: nella Commissione dovranno essere stimolate le istituzioni affinchè un progetto indispensabile nel percorso terapeutico dei neonati evolva  in servizio stabile ed essenziale. Alla convocazione per la Commissione del 22 marzo, sia Sds che Azienda Ospedaliera non hanno però ancora risposto e non hanno confermato la propria presenza".

"Una situazione già allarmante ha avuto un'accelerata impensabile - insiste il gruppo - perché in questi giorni e in tutta fretta, l'Azienda Ospedaliera ha disposto la chiusura della casa alloggio e il trasferimento delle madri in altri locali dell'azienda ospedaliera. Dal giorno 7 marzo la Casa Alloggio è chiusa e le mamme sono state alloggiate in un reparto dismesso del Santa Chiara: una precarietà inaccettabile, che minaccia l'equilibrio e la serenità delle ospiti e fa tornare all'ospedalizzazione e alla disumanizzazione contro cui il servizio  interviene".

Il progetto va avanti dal 2002: "Dal suo avvio - spiega la lista ha ospitato ben 2512 mamme e da dieci anni ha previsto la possibilità di dare accoglienza a interi nuclei familiari". Inoltre "le mamme spesso di provenienze diverse e con fragilità sociali e personali, grazie agli interventi di sostegno, grazie al rapporto continuo con il reparto, grazie alla promozione della relazione di cura con il proprio figlio, diventano protagoniste del processo terapeutico. Tutto questo, grazie all'equipe dell'associazione che garantisce consulenza psicologica, supporto sociale, accompagnamento alla rete, sostegno materiale e concreta e forte promozione dell’allattamento al seno. Un sistema tanto complesso, che concorre in modo determinante al delicato equilibrio della salute dei nati pretermine, costa solo 40mila euro l'anno, risorse che dal 2002 sono assicurate dalla Regione ed assegnate dalla Società della Salute".

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