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Quando il turismo fa flop: gli stranieri non amano Pisa, meglio Lucca

Secondo i dati della Banca d'Italia, riferiti ai primi undici mesi del 2012, il turismo straniero a Pisa è calato del 9%. Con segno negativo il numero di visitatori, il numero di pernottamenti e la spesa sul territorio

Nei primi 11 mesi del 2012, da gennaio a novembre, il turismo straniero a Pisa e provincia è calato del 9%. A dirlo i dati ufficiali di Banca d'Italia, che ha analizzato i tre principali indicatori sul turismo straniero: numero di visitatori, numero di pernottamenti, spesa sul territorio. Indicatori che per quanto riguarda la provincia di Pisa sono tutti ampiamente negativi e che registrano un tonfo del -9% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il dato è particolarmente negativo per Pisa, visto che al contrario la Regione Toscana conferma l'andamento del 2011. Infatti, se in termini assoluti il numero di viaggiatori stranieri è calato in Toscana di 171 mila visitatori, al contrario sono aumentati il numero di pernottamenti di 142.000 unità e soprattutto la spesa degli stranieri è aumentata da gennaio a novembre di 54 milioni di euro rispetto al 2011.

PISA PERDE -9%, LUCCA GUADAGNA +6%
Facendo un confronto con la vicina Lucca, scopriamo due dati tutt'altro che positivi per Pisa: il primo è che benchè a Pisa siano arrivati 231 mila viaggiatori in più rispetto a Lucca (832.000 di Pisa contro i 601.000 di Lucca), il numero di pernottamenti (+252.000 a vantaggio di Lucca) e la spesa complessiva degli stranieri è superiore a Lucca rispetto a Pisa. Insomma, a Lucca si sta di più e si spendono più soldi (64 milioni di euro di spesa in più a Lucca rispetto a Pisa). L'altro aspetto è che, nel periodo gennaio/novembre 2012 quello che Pisa perde in termini di numero di viaggiatori, pernottamenti e spese sul territorio in buona parte è riguadagnato dalla vicina Lucca.

NUMERO DI VIAGGIATORI: PISA -15,4%, LUCCA +2%
Il numero di viaggiatori nella provincia di Pisa è calato in 11 mesi del -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2011. Un balzo all'indietro notevole, con una perdita di visitatori stranieri in termini assoluti pari a 152.000 viaggiatori in meno. La Toscana, nel suo complesso, registra un calo del -2,2% e il calo della provincia di Pisa è il peggiore regionale dopo Arezzo che perde un -18%.

NUMERO DI PERNOTTAMENTI: PISA -4,5%, LUCCA +6,6%
Calo più contenuto ma sempre sensibile in numero di pernottamenti a Pisa e provincia nei primi 11 mesi del 2012. Erano 3 milioni e 509 mila nel 2011 sono diventati 3 milioni 340 mila nel 2012, per un calo percentuale del -4.5%. Sullo stesso dato la media regionale si attesta invece su un + 0,3%.

SPESA SUL TERRITORIO: PISA -6,4%, LUCCA +9%
Tra gennaio e novembre 2012 i turisti stranieri hanno speso in provincia di Pisa qualcosa come 259 milioni di euro, 18 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2011, pari ad una perdita percentuale del -6,4%. La media regionale segna un incremento del +1,5%.

“I dati, drammatici e tutti negativi per Pisa, sono difficilmente contestabili e ci confermano in maniera oggettiva le enormi difficoltà del sistema turistico pisano. Nonostante un balzo all'indietro del -15%, gli arrivi stranieri sono ancora molto alti, siamo la terza provincia toscana dopo Firenze e Siena, ma da noi i turisti pernottano poco e spendono in percentuale meno rispetto che altrove - analizza Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Pisa - scarso coordinamento, mancanza di informazioni, assenza di sinergie, limitati investimenti pubblici, marketing territoriale nullo, costi di ingresso altissimi, servizi pubblici al lumicino, sono alcune delle criticità che denunciamo da anni. Occorre un cambiamento radicale di prospettiva, perchè la competizione si gioca soprattutto sui territori e Pisa, a partire dalle innumerevoli potenzialitià di cui dispone, sta dilapidando occasioni di crescita enormi. E' miope e dannoso, come fanno alcuni Comuni, sottrarre sempre più risorse al turismo per ripianare i bilanci pubblici - conclude Pieragnoli - è ingiusto che gli operatori turistici siano costretti a trasformarsi in indaffarati burocrati ed esattori per conto delle amministrazioni locali. E' colpevole lasciare morire nell'indifferenza territori, attività e opportunità che al contrario, se sostenute, sarebbero volani di crescita e di sviluppo per tutti”.    
 

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