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'Recupero e futuro di Pisa', grandi assenti Conti e Martinelli: "Ci evitano perché siamo scomodi"

Al convegno sullo sviluppo della città organizzato dall'Ordine degli architetti, i candidati sindaco di centrosinistra e centrodestra non hanno preso parte

Con l’iniziativa 'Dal presente al futuro. Visioni per il recupero e la trasformazione della città' l’Ordine degli architetti di Pisa ha promosso mercoledì 10 maggio, nella Sala Regia di Palazzo Gambacorti, un doppio momento di confronto sul tema del recupero e dello sviluppo della città di Pisa, partendo da ciò che è stato fatto in questi anni. Nella prima parte della giornata l’intervento dell’assessore all’Urbanistica Massimo Dringoli si è concentrato su tutti i progetti e i processi attivati o conclusi, come il Piano strutturale di Pisa e Cascina, i piani di recupero delle Caserme, le idee sull’ex Ospedale di Santa Chiara e la tramvia, e ha risposto alle richieste di chiarimento da parte degli addetti ai lavori in merito ad alcuni progetti specifici.

Nella seconda fase sono intervenuti i candidati sindaco Rita Mariotti e Francesco Auletta. Un dibattito senza paracadute, senza domande preimpostate o risposte preconfezionate: un dibattito vero in cui Auletta, Mariotti e i candidati consiglieri iscritti all’Ordine Teresa Arrighetti, Marco Biondi ed Elena Del Rosso hanno risposto alimentando un confronto serio sui temi della città.

"Tra i candidati sindaco - commenta la presidente dell’Ordine degli Architetti Patrizia Bongiovanni - spiccano come grandi assenti l’attuale sindaco Michele Conti e Paolo Martinelli. La cultura architettonica ha bisogno di luoghi di scambio e di riflessione e mi rattrista constatare che la maggior parte politica sia stata assente a una discussione con gli architetti".  "I dibattiti generano opportunità per mettere insieme non solo idee e progetti - aggiunge la presidente Bongiovanni - ma, a differenza di riviste o siti web, anche persone interessate, accelerando lo scambio e la costruzione di conoscenze condivise. Gli architetti sono sensori del futuro e la parola progettualità acquisisce un'interpretazione sempre più ampia, con un tema di fondo non trascurabile: la competenza. L’architetto ha la capacità e la conoscenza per poter incidere sui processi reali imponendo un modello diverso di visione per il futuro, assumendo una responsabilità etica e tecnica, per costruire un ambiente migliore".  

"Dopo anni di grandi incertezze - prosegue - riteniamo necessario aprire un dibattito sulla visione della città, sulla definizione di assetti strategici all’interno di un nuovo patto del nostro territorio con tutti gli Enti, con l’ambiente e i suoi abitanti". Il dibattito di ieri è stato connotato dall'intenzione di non entrare nel merito dell’orientamento politico, incardinandosi piuttosto sull’ascolto e sulla valutazione delle migliori idee sulla città, sul corretto rapporto tra architettura moderna e città storica, tra sviluppo e recupero.

"Gli architetti cambiano le convenzioni, non solo quelle estetiche, capovolgono il modo di intendere la città, troppo spesso interpretata solo attraverso gli interessi economici che sviluppa. Gli architetti - conclude Patrizia Bongiovanni - sono scomodi. Aprire un confronto con loro e stare dentro a un dibattito esprime la disponibilità ad ascoltarli: meglio evitarli. Gli architetti sono una figura cruciale per ripensare i processi di trasformazione dell’habitat e della città, ma scomoda. Una sfida da far paura, ce ne siamo accorti. E continueremo ad essere scomodi".

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