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Manganellate agli studenti, l'informativa del ministro Piantedosi (ri)accende il dibattito

Il consigliere comunale di Diritti in comune Auletta chiede le dimissioni del titolare del Viminale, mentre i leghisti Ziello e Ceccardi ribadiscono la loro vicinanza alle forze dell'ordine. Interviene anche il presidente del Consiglio regionale Mazzeo

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Le parole di questa mattina del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha fatto il punto dinanzi alla Camera dei Deputati sui fatti che si sono verificati venerdì scorso, 23 febbraio, in centro a Pisa, con gli studenti manganellati dalla Polizia di Stato, solleva nuove reazioni politiche tra maggioranza e opposizione anche nella città della Torre (oltre che in Parlamento dove dopo l'informativa del ministro si è aperto il dibattito).

"Chiediamo che il ministro Piantedosi si dimetta subito. Riteniamo gravissime le affermazioni fatte oggi in Parlamento sulle violenze brutali e ingiustificabili delle forze dell’ordine contro studenti e studentesse, in larga parte minorenni, scesi in piazza per manifestare contro il genocidio del popolo palestinese - sottolinea il consigliere comunale di Diritti in comune Ciccio Auletta - il Governo per bocca del ministro ha parlato di un 'corteo fuori legge', di studenti che hanno provato a forzare il cordone di Polizia e i blindati che bloccavano l’accesso a Piazza dei Cavalieri, quando le immagini e le foto mostrano chiaramente che i ragazzi e le ragazze sono stati presi in trappola in un'azione premeditata. L’operazione che la destra sta conducendo si basa sul depistaggio e la falsificazione dei fatti, affermando una montagna di bugie alimentate ad arte e scagliate sull’opinione pubblica contro gli studenti e le studentesse scesi in piazza a Pisa venerdì per chiedere il cessate il fuoco sulla popolazione palestinese".

"Il ministro Piantedosi prova così ad occultare le proprie responsabilità politiche, difendendo e giustificando le violenze della Polizia - prosegue Auletta - la stessa notizia di ieri del trasferimento della dirigente del Reparto mobile della Polizia di Firenze arriva con tempismo perfetto con le precisazioni del Ministero che questo nulla ha a che vedere con le cariche e che era già preventivato. Un'operazione di distrazione mediatica che dia la sensazione che si sia fatto qualcosa senza aver fatto nulla, in particolare senza aver ancora rimosso il questore dalla sua carica. Intanto si procede, nei fatti alla Camera, alla criminalizzazione dei e delle manifestanti. Avanza la macchina del fango e della menzogna che la destra ha messo in moto a livello nazionale e che abbiamo visto anche a Pisa in Consiglio comunale con il documento votato dalla maggioranza e dal sindaco Conti".

Secondo Auletta "per la presidente del Consiglio Meloni lo Stato di diritto è il manganello, in piena tradizione fascista", mentre "le dichiarazioni del Governo sulle brutali violenze delle forze dell’ordine sulle studentesse e sugli studenti pisani, dopo giorni di imbarazzante silenzio, sono uno schiaffo esplicito anche alle dichiarazioni del presidente Mattarella e si inseriscono nell’alveo del progetto autoritario di presidenzialismo che la destra sta portando avanti in Parlamento".

Sulle parole del ministro interviene anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo che, via social, ricorda che "durante il suo discorso di insediamento, a ottobre 2022 la presidente Meloni disse: 'confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza contro le politiche del nostro Governo'. Il moto di simpatia a Pisa si è tradotto in manganellate. Anzi, il ministro Piantedosi ha spiegato oggi alla Camera che quelle manganellate erano sostanzialmente 'giuste'. Continuo a pensare che abbia ragione Mattarella, che le parole di Piantedosi feriscano, di nuovo, un'intera città e spero che la premier Meloni voglia prenderne immediatamente le distanze". "Stamani - prosegue Mazzeo - ho incontrato i ragazzi del liceo Russoli e dalle loro parole è emersa la preoccupazione e la paura che non possano più sentirsi liberi di manifestare il proprio pensiero. Un Paese come l'Italia non può e non deve correre questo rischio. A maggior ragione con le giovani generazioni - scrive Mazzeo - oggi più che mai dobbiamo fare nostre le parole di Mattarella e garantire a tutte e tutti di poter avere piena fiducia nelle istituzioni dello Stato e di chi le rappresenta".

Ziello e Ceccardi (Lega) al fianco di Piantedosi

Non tardano ad arrivare anche le ferme reazioni di Edoardo Ziello, deputato e capogruppo Lega in Consiglio comunale a Pisa, e Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista, che da subito avevano espresso massima vicinanza alle forze dell'ordine sollevando uno sciame di polemiche e di richieste di dimissioni (indirizzate all'onorevole Ziello).

“Grazie al ministro Piantedosi per l'informativa tempestiva. Solidarietà a quegli agenti di Polizia attaccati dai centri sociali di sinistra durante un rimpatrio - sottolinea Ziello - non possiamo ignorare la contraddizione della sinistra che un giorno critica le forze dell'ordine e l'altro mostra vicinanza, aizzando così qualche facinoroso. Condividiamo le parole del presidente della Repubblica. L'uso dei manganelli con i giovani è ‘un’ segno di fallimento. È il fallimento educativo soprattutto delle famiglie di quegli studenti che hanno cercato lo scontro, il fallimento di alcuni docenti che hanno soffiato sul fuoco della protesta utilizzando quei manifestanti come una clava da buttare addosso a forze di Polizia. È questo il fallimento che vediamo noi”.

Si rivolge invece al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani l'ex sindaco di Cascina Susanna Ceccardi sottolineando come “nella sua comunicazione al Parlamento, il ministro Piantedosi" abbia "smentito categoricamente le ricostruzioni di certa sinistra e in particolare del presidente della Regione Toscana che ipotizzava una ‘regia politica’ del Governo dietro i fatti di Pisa e Firenze".
"Adesso - prosegue Ceccardi - mi aspetto che Eugenio Giani, il quale ha un ruolo istituzionale prima che politico, si scusi. Auspico inoltre che la sinistra la smetta di alimentare l’odio ideologico contro il Governo e contro le forze dell’ordine, abbassando i toni e lasciando lavorare serenamente tanto la magistratura quanto gli uomini e le donne in divisa che ogni giorno si impegnano duramente per garantire il rispetto della legalità e la sicurezza di tutti i cittadini”.

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