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Cantieri, Galantini: "Gruppo austriaco interessato all'acquisto"

Il prossimo 18 ottobre la Tcf potrebbe versare anche un acconto. La strada intrapresa è quella della cessione separata del gruppo Baglietto: l'attività resterà a Pisa. Rimane il problema concessioni

Sembrerebbero esserci buone notizie sul fronte dei Cantieri di Pisa visto che il curatore fallimentare Federico Galantini ha confermato i rumors che da qualche giorno erano circolati, ovvero che il gruppo austriaco Tcf è pronto a formalizzare l'offerta d'acquisto degli stessi Cantieri per 10 milioni e 300 mila euro.  "Di questo - sottolinea Galantini - ho già informato le rsu aziendali. Il 18 ottobre (giorno del sopralluogo austriaco, ndr) la società europea potrebbe già versare un acconto del 10%".

Questo ciò che il liquidatore del gruppo Baglietto ha dichiarato all'Ansa, lasciando anche un messaggio di speranza per gli stessi lavoratori dell'azienda visto che Tcf sarebbe interessata a sviluppare l'attività industriale. Dunque un'accellerata nella vicenda che da mesi sta tenendo con il fiato sospeso e riempiendo di preoccupazione non solo e soprattutto i lavoratori in presidio permanente, ma anche sindacati ed istituzioni. Con l'interessamento del gruppo austriaco la direzione intrapresa sembrerebbe quella della cessione del ramo d'azienda. "Ma come tale - ha precisato Galantini - significa che non cederemo solo il marchio, ma anche i dipendenti a fronte del fatto che i potenziali acquirenti hanno manifestato l'interesse a sviluppare a Pisa l'attività industriale". Tuttavia, sul tappeto resta la questione dell'affitto delle concessioni. "E' un problema che esiste - ha confermato il liquidatore - anche se per ora nella formalizzazione dell'offerta la società europea non ne ha fatto menzione e dunque auspico che si possa risolvere, anche insieme alle istituzioni locali, in modo positivo".

Infine, Galantini, che venerdì prossimo non sarà a Firenze al tavolo regionale ("diranno che diserto ancora una volta l'incontro, ma trovo poco elegante che la Regione convochi riunioni senza chiedere prima la mia disponibilità e, siccome ho altri impegni già programmati per quel giorno, non potrò esserci" ha polemizzato il commercialista), ha spiegato che il marchio Cantieri di Pisa "ha ragione di esistere se l'attività resta a Pisa, perché nel settore della nautica ci sono fin troppi marchi e quindi l'importante è mantenere quelli esistenti ove storicamente hanno sempre operato". "Anche perché - ha concluso - questa società non solo opera nel settore, ma ha anche in mano diversi clienti e questo è l'aspetto più importante: costruire barche per conto di armatori e non in autoproduzione sperando poi di piazzarle sul mercato".

E subito dopo le dichiarazioni di Galantini piovono le reazioni sull'interessamento del gruppo austriaco. "Gli elementi per trarre una valutazione compiuta non ce li abbiamo ancora, tuttavia il requisito fondamentale per iniziare a trattare è quello della prosecuzione dell'attività industriale -. afferma il segretario provinciale della Cgil di Pisa, Gianfranco Francese, commentando le dichiarazioni - da parte nostra attendiamo al più presto un confronto con Galantini per valutare il profilo aziendale del possibile acquirente. Abbiamo appreso solo ora che ci sono trattative da luglio, ma in questi mesi non c'é stata data compiuta conoscenza di ciò che stava avvenendo. Sappiamo che questa società occupa un posto di rilievo nell'ambito della commercializzazione: niente in contrario purché ci siano i requisiti per rilanciare l'attività cantieristica".
Sulla possibile cessione di ramo d'azienda restano prudenti anche le forze politiche. Il segretario cittadino del Pd, Andrea Ferrante, sottolinea che è "giusto approfondire se c'é realmente l'intenzione di rilanciare l'attività industriale" da parte del potenziale acquirente e che "quello delle concessione non può essere un problema, perché esse devono servire a fare esercitare solo l'attività imprenditoriale e produttiva". Più critica l'opinione del segretario comunale di Rifondazione Comunista, Federico Oliveri: "Ci chiediamo come sia stato possibile che nel giugno 2010, quando già da 6 mesi era scoppiata la crisi della Baglietto, Comune e Provincia non si siano posti il problema e che la loro partecipata, la Navicelli Spa, abbia rinnovato la sub-concessione a una società che da anni non svolge attività produttive nell'area. Ora gli enti locali devono valutare anche la possibile revoca di questa sub-concessione. Sull'acquirente occorre invece approfondire con attenzione il profilo e il piano industriale, in modo da far ripartire in modo duraturo la produzione ai Cantieri di Pisa ed evitando accuratamente di cadere in manovre speculative". (fonte Ansa)

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