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Il "Cobra" Coralli, dalla B con Empoli e Cittadella al Ponsacco. "Il massimo? Portare i rossoblù in D e cominciare la carriera da allenatore"

Intervista all'attaccante trentottenne, autore di 348 presenze e 117 gol tra Serie B e Serie C. "Ponsacco la scelta giusta. Tavano come un fratello per me"

Trentotto anni, una carriera da protagonista tra Serie B e Serie C e un presente che lo vede vestire da circa un anno la maglia numero 9 del Ponsacco, nel campionato di Eccellenza: Claudio Coralli, detto anche "Cobra" in virtù del suo proverbiale killer instinct sotto porta, rappresenta uno dei giocatori di maggiore esperienza dell'intera categoria. Nel bagaglio dell'attaccante di Borgo San Lorenzo, oltre 350 presenze nei professionisti (348 tra B e C, 3 in Serie A nell'Empoli stagione 2006/07) e 117 gol; maglie importanti come quelle di Empoli, Cittadella, Reggina e Carrarese; compagni di squadra di assoluto livello, a partire da quel "Ciccio" Tavano, amico di una vita e da settembre 2021 di nuovo partner d'attacco, seppur lontano dai grandi palcoscenici di un tempo. "Penso che siamo un'ottima squadra e alla fine centreremo l'obiettivo dei playoff - confida Coralli nell'intervista a PisaToday -. Il massimo? Portare il Ponsacco in D e cominciare ad imparare come allenatore".

Ciao Claudio, come sei arrivato a vestire la maglia del Ponsacco?

Dopo l'esperienza in Serie D all'Aglianese sono rimasto senza squadra, io volevo avvicinarmi a casa ed evitare grandi giri anche per il fattore Covid. Mi è arrivata la chiamata del presidente Buonfiglio e sono andato a vedere l'ambiente: mi è piaciuto, mi è piaciuta la persona e da lì è nato un rapporto di amicizia. Sono molto contento della scelta di Ponsacco.

Dall'Empoli alla Reggina, passando per il Cittadella: qual è stata l'esperienza più significativa? E il compagno di squadra più forte?

Beh, non è facile scegliere. Empoli è la città dove sono nato e in azzurro ho vissuto stagioni memorabili, però anche a Carrara, a Reggio Calabria e a Cittadella sono stato benissimo e ricordo queste esperienze con particolare piacere. A Cittadella mi ero anche trasferito ed è stato il mio trampolino di lancio, il luogo dove sono cresciuto e maturato. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti giocatori forti: anche adesso sto giocando con Ciccio Tavano, ma non posso non citare Almiròn, Vannucchi, Eder, Adani. Con Eder c'era un certo feeling, che qualità!

Segnare è sempre stato il tuo punto di forza, come fa intendere il soprannome "Cobra". Qual è stato il tuo gol più bello?

ll mio gol più bello, senza dubbio, è quello che feci di tacco in un Padova-Empoli 2-2 di Serie B (6 novembre 2010, ndr): cross basso dalla sinistra di Gotti e colpo di tacco mio sul primo palo a sorprendere Agliardi. Il soprannome "Cobra" me lo dettero i tifosi dell'Empoli perchè ero micidiale dentro l'area di rigore: è stata una cosa carina.

Cosa significa per un calciatore che ha vissuto quasi un'intera carriera a livello professionistico chiudere tra i dilettanti?

Mi sto divertendo e, trattandosi comunque di un lavoro, questo non è affatto scontato. A Ponsacco ho trovato delle persone vere: il mister Livio Paci e il presidente sono stati fondamentali nella mia scelta. La voglia di andare avanti è tanta e altrettanta è la voglia di vincere, a prescindere dalla categoria in cui gioco, perché è sempre bello farlo. Sicuramente se in questo momento della mia carriera non mi divertissi smetterei senza pensarci su due volte.

Da questa stagione hai ritrovato Tavano, col quale hai giocato sia all'Empoli che alla Carrarese. E' vero che siete una grande coppia non solo dentro ma anche fuori dal campo? 

Soprattutto fuori dal campo: da quando ci siamo conosciuti, con Ciccio ho sempre avuto un rapporto che va oltre l'essere compagni di squadra, abbiamo vissuto insieme per un anno e mezzo e per me è come un fratello. Non è semplice stringere certi rapporti nel mondo del calcio. Poi si è presentata l'occasione di giocare di nuovo insieme a Ponsacco e siamo dunque riusciti a finire la carriera nella stessa squadra come volevamo.

Come giudichi questa prima parte di stagione sia del Ponsacco sia a livello personale? Dove può arrivare questa squadra?

A livello di squadra potevamo fare meglio, l'ultima giornata (1-1 in casa della Colligiana) ci è andata male e ora siamo a 3 punti dai playoff. C'è da dire che questi mesi, comunque, non sono stati semplici, tra la situazione covid, il mercato aperto fino a novembre e il "via vai" che si viene a creare tra partenze e arrivi. Il 31 si chiuderà il mercato e da anno nuovo dovremo essere uniti per giocare alla grande le 11 partite che rimangono. Penso che siamo un'ottima squadra e alla fine centreremo l'obiettivo dei playoff. A livello personale pensavo peggio: ho giocato spesso in un ruolo diverso, da trequartista, ma ho cercato di dare tutto me stesso come sempre, anche se si può fare sempre meglio.

Quali sono i tuoi propositi per i prossimi anni a livello calcistico?

Spero di fare un altro anno da calciatore, poi mi piacerebbe cominciare ad allenare, ma gradualmente, imparando, perchè fare l'allenatore è tutt'altra cosa rispetto a giocare, c'è bisogno di ripartire da capo sotto tanti punti di vista. Il fatto di aver giocato a livelli professionistici può aiutare, ma credo sia più giusto fare gradino dopo gradino: si trattano di due ruoli completamente diversi. La prossima stagione spero di rimanere al Ponsacco con mister Paci: il massimo sarebbe portare il Ponsacco in Serie D, appendere gli scarpini al chiodo e affiancarmi a qualche allenatore per imparare.

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