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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Pisa S.C. 1909: la forza di fare le cose semplici

Domenica sera i nerazzurri in soli 94 minuti hanno spazzato via le critiche e le contestazioni dei sette giorni precedenti. Merito anche di Michele Pazienza, che ha chiesto ai giocatori di ripartire dai fondamentali

Spesso, quando ci si ritrova in situazioni di difficoltà, la reazione più immediata è quella di pensare alle soluzioni più articolate e tortuose. Così facendo il problema si ingrandisce ulteriormente, finendo per diventare un rompicapo irrisolvibile. Rischiava questa fine anche il Pisa, protagonista di una settimana terribile - a livello sportivo e ambientale - a causa delle pessime prestazioni con Gavorrano e Pontedera. L'esonero di Carmine Gautieri sembrava poter provocare soltanto conseguenze negative, con una trasferta complicata alle porte in campionato. Ed invece ad Alessandria i nerazzurri sono ripartiti dalle basi, optando per la strada più semplice, dimostrando al triplice fischio di aver avuto ragione.

Semplicità di manovra e duttilità tattica

Al cospetto di una squadra nettamente più in difficoltà, sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico, il Pisa ha sfoderato una prestazione che ha lasciato stupiti quasi tutti. Abbandonato il 4-3-3 ingessato ed integralista portato avanti con convinzione - e cocciutaggine - da mister Gautieri sin dal primo giorno di ritiro, i nerazzurri si sono presentati in campo con uno schieramento decisamente più facile da interpretare. La linea mediana è stata disposta da Michele Pazienza su quattro uomini, con Mannini e Di Quinzio nei ruoli di esterni adattati. In attacco Eusepi e Masucci sono stati avvicinati, per sfruttare al meglio il lavoro di sponda e di inserimento.

E non è un caso che le due reti con cui il Pisa ha sbancato il 'Moccagatta' siano state la conclusione di altrettante azioni scolastiche, ma eseguite alla perfezione. Palla alta per una delle due punte, che di prima ha offerto una sponda smarcante al compagno di reparto o ad un altro giocatore proveniente dalle retrovie. Questa riscoperta delle basi tattiche ha aiutato la squadra, inoltre, non soltanto ad essere più ficcante ed incisiva con la palla fra i piedi, ma anche a presidiare con più autorità tutto il campo e ad azzerare quasi del tutto le velleità di rimonta avversarie. Escluso il salvataggio sulla linea di porta di Filippini poco prima del gol del vantaggio, infatti, l'Alessandria non è mai riuscito ad impensierire la porta difesa da Lazar Petkovic.

Sono finiti tutti i problemi che avevano caratterizzato le ultime partite dei nerazzurri quindi? Assolutamente no. I sintomi di una malattia si possono curare in pochi giorni, ma per capire da dove proviene occorre molto più tempo. L'aver dato una grande dimostrazione di forza, personalità, tecnica e intelligenza tattica è comunque un ottimo viatico per affrontare più serenamente i prossimi impegni. Capitan Mannini al termine del match in Piemonte non si è nascosto, spiegando che "il Pisa deve abituarsi a vincere, anche in partite tirate e difficili come quelle di Alessandria. Semmai, non deve essere la normalità non riuscire ad avere la meglio del Gavorrano in casa". Il concetto espresso dal numero 7 nerazzurro non voleva essere offensivo nei confronti dei 'minerari', che a Pisa hanno sfoderato una prestazione quasi perfetta. Il capitano ha voluto ribadire invece l'assioma per cui una squadra costruita per vincere, quale è il Pisa di questa stagione, ha l'obbligo di conquistare sempre i tre punti in casa. 

Sia chiaro: lo stato di forma dei nerazzurri è impressionante, vista la striscia di nove risultati utili consecutivi ancora aperta. Ma a far preoccupare tutto l'ambiente, compresa la dirigenza, era la scarsa personalità nel voler imporre l'assioma ricordato sopra. Da qui deriva la decisione di allontanare Gautieri, in modo da responsabilizzare ulteriormente lo spogliatoio. Adesso i giocatori non hanno più alcun parafulmine, e devono meritarsi l'appoggio e l'entusiasmo della piazza. A giudicare dalla reazione palesata al 'Moccagatta', sembrano aver capito l'antifona, confermando con i fatti i pronostici di molti addetti ai lavori che in estate avevano indicato nel Pisa l'indiziato numero uno per la promozione diretta in B.

Un'altra chance a Piacenza. E poi?

Indubbiamente, oltre ai ragazzi in maglia e pantaloncini, un altro grande artefice e protagonista della rinascita nerazzurra è Michele Pazienza. Chiamato alla chetichella a dirigere gli allenamenti di rifinitura della squadra prima della trasferta, l'ex mediano ha saputo guidare lo spogliatoio ad un risultato che potrebbe significare la vera svolta della stagione. In soli 94 minuti non soltanto è riuscito a costruire l'equivalente di due o tre partite precedenti in termini di palle gol, ma ha saputo anche disegnare la migliore impostazione tattica possibile in virtù delle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. 

Nessun dogma, ma tanto pragmatismo. Spesso la praticità ha fatto la fortuna dei grandi uomini della storia, e nel suo piccolo Michele Pazienza si è iscritto a questo club. Con l'umiltà e la determinazione giuste per un tecnico alla sua prima apparizione su una panchina professionista, ha chiesto ai suoi uomini il massimo dell'impegno nella situazione tecnicamente e tatticamente migliore per le loro capacità. Poche idee da mettere in pratica, ma la precisa richiesta di applicarle con costanza e attenzione. Il risultato, oltre alla vittoria, è stato quello di riuscire a vedere un gruppo affiatato, unito, coeso ed in grado di schiacciare gli avversari con la manovra. 

La seconda trasferta consecutiva, sul campo del Piacenza, venerdì 27 alle ore 20.45, lo vedrà ancora in panchina. La società infatti ha deciso di non forzare la mano con la nomina ufficiale del successore di Gautieri, in modo da permettere alla squadra di preparare al meglio una partita che potrebbe dire tanto in termini di classifica. La dirigenza, inoltre, non vuole rischiare di compiere la scelta sbagliata. Sui piatti della bilancia ormai da giorni vengono soppesate le candidature di molti aspiranti allenatori nerazzurri: da Toscano a Petrone, da Drago a Breda, tutti hanno vista alzarsi ed abbassarsi le proprie quotazioni. Chi, fra questi, è rimasto stabile, è proprio Michele Pazienza. La soluzione interna non è certamente la prima opzione per Ferrara e Giovanni Corrado, ma se il tecnico della Berretti nerazzurra dovesse fare bene anche in Emilia Romagna, diventerebbe più difficile prendere strade altrnative. Non si deve dimenticare che spesso la soluzione ai problemi più grandi è quella più semplice.

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