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Cronaca

25 aprile, "una festa non per tutti": i sindacati chiedono un'ordinanza per il 1° maggio, proclamato sciopero

Cgil-Cisl-Uil condannano l'apertura dei supermercati nel giorno della Festa della Liberazione: "Ci saremmo aspettati un'ordinanza del governatore, addetti alla grande distribuzione categoria dimenticata"

"Il 25 aprile non è festa per tutti, in particolare non lo è per i lavoratori della grande distribuzione che saranno costretti a garantire l’apertura dei punti vendita". E' l'amara riflessione della Fisascat Cisl della Toscana sull'apertura dei supermercati nel giorno della Festa di Liberazione.
“Ci saremmo aspettati - dice Alessandro Gualtieri, segretario generale del sindacato - un’ordinanza regionale che intimasse la chiusura della grande distribuzione per la festa della Liberazione. Speriamo che questo provvedimento arrivi per il primo maggio, perché non è giusto che chi opera in questo settore non abbia gli stessi diritti di altri lavoratori”. Fisascat Cisl sottolinea, infatti, come in occasione delle due festività anche i servizi pubblici non essenziali siano sospesi. “Il rispetto del significato e del valore di queste due festività dovrebbe essere un dovere di tutti - aggiunge Gualtieri - e per questo ci saremmo aspettati una presa di posizione da parte del presidente della Regione, come ha fatto per Pasqua e Pasquetta, seppur motivato dalla necessità di contenimento del contagio. Anche in considerazione del fatto che questi lavoratori e lavoratici, nel momento drammatico che stiamo vivendo, hanno garantito sempre un servizio fondamentale alla collettività, senza vedersi riconosciuto nessun merito, come dimostra il fatto che la categoria non sia stata presa in considerazione tra quelle titolate ad avere accesso prioritario ai vaccini”.

Fisascat Cisl lancia quindi un messaggio ai lavoratori: “Ricordiamo a tutto il personale della grande distribuzione che l’astensione del lavoro durante le festività è sempre possibile - precisa Gualtieri - e che quindi, hanno il diritto di ‘riprendersi la festa’, come tutti gli altri lavoratori italiani, decidendo di non andare a lavorare”. Infine una richiesta alla Regione Toscana: “Ci auguriamo che per il primo maggio le scelte siano diverse e si disponga con una ordinanza la chiusura delle attività delle grande distribuzione per onorare in modo adeguato la festa del lavoro e per dare un segnale importante non solo del riconoscimento dei diritti degli operatori del settore, ma anche per il grande impegno, coraggio, abnegazione che hanno dimostrato fin dai primissimi giorni dallo scoppio della pandemia, quando anche in pieno lockdown hanno garantito per tutti la possibilità di approvvigionarsi e di acquistare altri beni di prima necessità”.

Sulla stessa linea anche Filcams Cgil e Uiltucs Uil Toscana che hanno prclamato sciopero: "La decisione di tenere aperti supermercati e centri commerciali, da parte di alcune aziende, per le festività del 25 Aprile e del Primo maggio, è vergognosa e irrispettosa verso i lavoratori e le lavoratrici, che continuano a dare dimostrazione, in questo drammatico momento, di grande responsabilità, garantendo un servizio fondamentale alla collettività. Rispettare il significato e il valore sociale di queste festività dovrebbe essere un dovere di tutti. Per questo anche la Regione avrebbe dovuto intervenire, con ordinanze restrittive, come aveva fatto per le festività di Pasqua e Pasquetta. Il nostro invito è 'restiamo a casa' per tutelare la salute di chi lavora e di tutti noi". "Per queste ragioni - proseguono i sindacati - Filcams Cgil e Uiltucs Uil della Toscana proclamano astensione e sciopero dal lavoro per le festività di 25 aprile e Primo maggio, sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale non è un obbligo. Il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso. Le Festa non si vende, si vive".

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