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Cronaca

Acquedotto mediceo: "Abbattiamone un pezzo per farci passare la tangenziale nord-est"

La proposta, che sta facendo molto discutere, è contenuta nel programma di mandato del sindaco Conti: "Si risparmierebbero 4 milioni di euro da investire per riqualificare la struttura"

Al momento è solo un'ipotesi. Eppure, come era facile aspettarsi, ha già scatenato un vespaio, con polemiche social e prese di posizione sia da parte di esponenti politici che di normali cittadini. L'idea, contenuta nel programma di mandato del sindaco Conti, è quella di abbattere, ricostruendole poi alcuni metri più in là, tre arcate dell'acquedotto Mediceo (più precisamente quelle che si trovano all'incrocio tra via dei Condotti e via Puccini, nel comune di San Giuliano Terme). Il tutto per fare spazio alla Tangenziale nord-est, che dovrebbe collegare l'ospedale di Cisanello con l'Aurelia all'altezza di Madonna dell'Acqua, e risparmiare così "circa 4 milioni di euro".

"L'acquedotto mediceo - spiega il sindaco Conti - è una struttura storica di proprietà del comune di Pisa, anche se il tratto in questione ricade nel comune di San Giuliano Terme. Il punto è: vogliamo o no realizzare la tangenziale nord-est? Noi vogliamo realizzarla e tutti sappiamo che deve attraversare l’acquedotto in questo tratto. Esistono quindi solo due ipotesi: la prima è quella di scavare un sottopasso in un'area oltretutto caratterizzata da problematiche di natura idrogeologica. La seconda è quella di smontare due/tre arcate dell'acquedotto e ricostruirle alcuni metri più in là, magari anche valorizzandole con delle luci per l'illuminazione notturna. In questo modo risparmieremo anche circa 4 milioni di euro che potremo investire per valorizzare tutti i 6 km di acquedotto che cade ormai a pezzi".

L'antico momunento si presenta in effetti malridotto in diversi punti e sono stati diversi, negli anni scorsi, i 'crolli', complici le difficoltà a reperire i fondi per manutenere l'infrastruttura. Da qui la proposta avanzata dall'assessore all'Urbanistica, Massimiliano Dringoli. "Per ora è solo un'ipotesi a cui poi dovremo dare le gambe - spiega ancora Conti - confrontandoci anche con la Soprintendenza. Mi fa però ridere chi ci critica dicendo che questo monumento va tutelato. E' da trent'anni che queste arcate sono ingabbiate da delle impalcature e non si è fatto nulla per valorizzare questa infratruttura storica. Tra l'altro - conclude il sindaco - a Pisa esistono precedenti illustri di smontaggio e rimontaggio di beni architettonici come la Chiesa della Spina". 

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