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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Gagno

Gagno, bando per la gestione del 'casottino': "Ritirarlo e aprire il confronto"

La lista civica Una città in comune critica alcuni punti del bando pubblicato lo scorso 14 marzo dall'amministrazione comunale. In particolare la lista non è d'accordo con l'impossibilità di affidare la gestione a chi ha occupato l'immobile

E' stato pubblicato lo scorso 14 marzo dal Comune di Pisa il bando per l'affidamento e la gestione del casottino ligneo situato nel parco pubblico di Gagno a Pisa, recentemente occupato dal comitato Riprendiamoci Gagno, per protestare contro lo stato di abbandono in cui versa la struttura. Il contratto sarà di due anni dalla data di stipula. Le associazioni interessante hanno tempo fino alle ore 12.30 del 31 marzo per presentare la domanda di partecipazione.

Nonostante però la pubblicazione del bando, dopo una lunga attesa, la lista Una città in comune critica che tra i requisiti per la partecipazione si legga che i soggetti concorrenti non debbano "avere in corso né aver avuto occupazioni senza titolo in immobili di proprietà del Comune di Pisa” e chiede addirittura il ritiro del bando e l'apertura di un confronto con gli occupanti.

"La decisione di occuparlo è maturata dopo aver a lungo atteso l'apertura e l'uso del casottino mentre le intemperie deterioravano le pareti esterne - affermano da Una città in comune - di fronte all'inerzia del Comune nel decidere le modalità d'uso della struttura, è stata stupefacente la rapidità con cui il Comitato di Gagno l'ha trasformata in una fucina di attività: doposcuola, sportello d'ascolto, raccolta di indumenti usati, festa di carnevale, chiacchiere al sole nel patio antistante e contemporaneamente turni di pulizia rigorosamente stabiliti, raccolta differenziata dei rifiuti, severo divieto di fumo all'interno dei locali, regole sull'accensione del riscaldamento, sul livello di rumore delle attività svolte...fa decisamente sorridere chi invoca il termine illegalità per definire quello che sta succedendo a Gagno".

"Altro punto critico del bando è l'onere economico richiesto all'associazione affidataria della struttura - sottolinea ancora Una città in comune - perché devono pagare dei cittadini che lavorano gratuitamente, per svolgere servizi sociali utili a tutti coloro che possono averne bisogno? Perché devono pagare dei cittadini che si preoccupano di gestire e tenere aperto uno spazio aperto a tutti, anche ad altri soggetti che intendono offrire gratuitamente i loro servizi? Perché è a questo che pensa il Comitato di Gagno. Perché è a questo progetto che sta lavorando. Ci chiediamo quanto l'Amministrazione si sia preoccupata di mettersi in relazione con gli occupanti per capire cosa stia realmente succedendo nel 'casottino'".
 

"Tutto questo - proseguono - senza tener conto che la possibilità offerta dal bando di somministrare alimenti e bevande all'interno della struttura apre le porte alla trasformazione di uno spazio aggregativo solo in un bar, col mero scopo di ottenere proventi per sostenere le spese richieste dal bando. Tradendo così le finalità sociali dichiarate. E senza tener conto che l'idea di un nuovo bar è particolarmente avversata dagli occupanti".

"A nostro avviso, se si vuole davvero trovare un modo condiviso di gestire il casottino - concludono - il primo passo è quello di ritirare il bando e aprire un reale confronto con il quartiere e i suoi abitanti, a partire dal Comitato che sta rendendo viva la struttura".

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