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Cronaca

Canapisa: stop alla manifestazione senza una polizza assicurativa

Il Comune da il via libera all'edizione 2016 "previo il versamento di una cauzione di cinquemila euro" per gli eventuali danni causati dalla manifestazione. Rebeldia: "Il diritto di manifestare non è in vendita"

Cinquemila euro di cauzione da pagare come 'garanzia' per eventuali danni causati durante la manifestazione. Fa discutere la scelta del Comune di Pisa di concedere parere favorevole allo svolgersi del Canapisa 2016 "previo versamento di una polizza fideiussoria" che dovrà "essere pagata per il ritiro della concessione". Una decisione scritta in un documento firmato dalla responsabile dell’ufficio Canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap), Susanna Falsetti.

A criticare la decisione è il Progetto Rebeldia, che raccoglie diverse associazioni pisane attive in ambito, culturale, sociale, sportivo e ambientale. "Non era mai successo, né al Canapisa, né ad altre manifestazioni politiche - scrivono in una nota gli attivisti di Rebeldia - che si concedesse parere favorevole previo versamento di una cauzione in denaro. Mentre a Roma si prepara una nuova legge sulla sicurezza urbana, a Pisa si tenta di creare un laboratorio repressivo sul fronte della gestione dell'ordine pubblico, dove i cortei e le manifestazioni le potranno fare solo coloro i quali possono permettersi di impegnare una fideiussione di 5mila euro".

Secondo Rebeldia la richesta del Comune appare "per lo meno comica". "Dopo lo scandalo delle fideiussioni tossiche del Gruppo Bulgarella - si legge ancora nella nota di Rebeldia - ancora in odore di mafia, il governo della città chiede un'autentica cauzione ad un collettivo politico che non ha altra fonte di autofinanziamento se non le feste, i dibattiti e le attività sociali che mette in campo nell'arco dell'anno". 

"Che idea di città ha - si chiedono gli esponenti di Rebeldia - un'amministrazione comunale che avanza una simile richiesta? Di chi sono le strade e le piazze se per attraversarle pubblicamente e collettivamente dobbiamo impegnare una somma di denaro? Come mai si decide di inasprire e ostacolare la presa dello spazio pubblico quando già da molti anni lo spazio urbano di Pisa è svenduto al miglior offerente privato? In questa città vigono due pesi e due misure: tappeti rossi per i privati che comprano, monetizzano e speculano, danneggiando impunemente il territorio; sgomberi, denunce e richieste inique per i movimenti sociali che scendono in piazza e vivono le strade in maniera alternativa agli stereotipi imposti da una società sottomessa al consumo e al mercato. Chiediamo - concludono gli attivisti di Rebeldia - che il Comune e la questura permettano immediatamente la realizzazione del corteo senza cauzioni di alcuna sorta. Se così non fosse  si creerebbe un precedente grave per la democrazia e la libertà di manifestare nel nostro Paese".

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