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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Consumo del suolo, Rifondazione: "Come si può dire che non si è cementificato?"

Durante la seduta del Consiglio Comunale, verrà discussa una interrogazione di Rifondazione Comunista relativa al censimento degli immobili e dei terreni agricoli presenti nel territorio comunale

Verrà discussa oggi in Consiglio Comunale a Pisa un’interrogazione di Rifondazione Comunista relativa al censimento degli immobili e dei terreni agricoli presenti nel territorio comunale. “Lo scopo immediato dell’iniziativa - spiega Federico Oliveri, coordinatore cittadino del partito - è avere informazioni precise sul consumo di suolo degli ultimi dieci anni, ma anche stabilire che tipo di utilizzo viene fatto degli immobili esistenti e dei terreni agricoli di proprietà pubblica”. Lo scopo ultimo è quello di avanzare proposte concrete per il governo della città, in vista delle elezioni di maggio. “Vogliamo avere informazioni utili per lanciare due prime proposte per l’occupazione in città: assegnare in comodato d’uso immobili pubblici non utilizzati a chi vuole avviare attività economico-produttive innovative; assegnare in comodato d’uso terreni agricoli pubblici non utilizzati per avviare attività di agricoltura locale, biologica e sociale. Abbattere i costi di partenza per le nuove attività economiche, specie se con alto valore aggiunto sociale e ambientale, è uno strumento essenziale con cui un Comune può e deve risponde attivamente alla crisi”.

L’interrogazione recupera alcune delle domande contenute nella campagna nazionale 'Salviamo il paesaggio' rivolta alle amministrazioni comunali, e chiusasi lo scorso autunno. “La Giunta Comunale di Pisa - afferma Oliveri - ha ammesso candidamente, su nostra esplicita sollecitazione, di aver dimenticato di rispondere al questionario”. Tra le informazioni richieste da Rifondazione Comunista il numero, le superficie ed i volumi delle unità immobiliari non utilizzate presenti al 2012, distinte per destinazione e proprietà; il numero, la superficie ed i volumi degli edifici inagibili, distinti per destinazione e tipo di proprietà; la variazione della superficie lorda e dei volumi di qualsivoglia destinazione, distinta per tipo, dal 2002 al 2012; la superficie del territorio comunale a destinazione agricola costituita da terreni comunali e demaniali, coltivati e non.

“Si tratta - continua Oliveri - di prime informazioni di base, alcune delle quali già parzialmente in nostro possesso, necessarie per iniziare a cambiare davvero rotta, sia rispetto al governo del territorio che rispetto al modello di sviluppo”. Il tema di fondo rimane infatti la recessione. “La crisi che viviamo - spiega il coordinatore cittadino di Rifondazione - è sia economica che ambientale: se ne può uscire solo ripensando radicalmente il modo in cui produciamo, lavoriamo, consumiamo, viviamo. Questo significa fermare le nuove costruzioni e i piani di alienazione e privatizzazione degli spazi esistenti, ma anche riutilizzare a fini produttivi e sociali i sempre più numerosi immobili vuoti, e promuovere una difesa attiva del suolo agricolo, ovvero destinandolo ad una agricoltura di qualità e di prossimità, che protegga il paesaggio, produca cibo sano e crei lavoro buono”.

Il tema del consumo di suolo è stato al centro del dibattito cittadino dopo la lettera di tre amministratori ambientalisti che accusavano le amministrazioni Fontanelli e Filippeschi di avere incentivato le nuove costruzioni. L’intervento di Rifondazione Comunista si inserisce in questo contesto e rincara la dose: “Ci vuole un bel coraggio - attacca Federico Oliveri - a dire che in questi anni non si è cementificato. Alla luce della stagnazione della popolazione pisana, nel 2001 il regolamento urbanistico fissava il fabbisogno di nuovi alloggi in 1000 unità. La variante urbanistica approvata nel 2009 ne ha previste ben 2.400. Senza contare gli alloggi sfitti, che secondo i dati dell’Unione Inquilini si aggirano intorno alle 4.000 unità. Inoltre, bisogna tener conto delle previsioni urbanistiche vigenti: penso al villaggio turistico annesso al Porto di Marina, all’ampliamento della zona artigianale di Ospedaletto, all’ultimo lotto dell’ospedale di Cisanello, per fare gli esempi più noti. Chi dice che a Pisa non si è consumato e non si consumerà suolo è in mala fede. Come chi si attribuisce il merito del Parco Urbano di Cisanello, frutto della lunga lotta delle associazioni ambientaliste”. E conclude: “In questi anni a Pisa è mancata una pianificazione urbana degna di questo nome: sostenibile, partecipata, indipendente dagli interessi economici particolari, di chi vuole speculare sui terreni e sull’immobiliare. Il governo del territorio di cui siamo storicamente portatori noi, insieme alle associazioni ambientaliste, colma finalmente questa lacuna”.

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