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Cronaca

Confcommercio: "Favorevoli alle chiusure domenicali"

L'associazione vede di buon occhio la proposta di regolamentazione del Governo: "Le liberalizzazioni hanno contribuito alla desertificazione commerciale"

"Regolamentare le aperture domenicali? Siamo perfettamente d'accordo, perché l'assoluta anarchia degli ultimi anni ha contribuito a mettere in ginocchio molte piccole e medie imprese del commercio". Non ha dubbi la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini nel sostenere il disegno di legge di Di Maio per regolare le aperture festive e domenicali.

"Le liberalizzazioni selvagge sono state un disastro - ha aggiunto - hanno consentito di cannibalizzare il settore ad opera della grandissima distribuzione, con conseguenze disastrose rispetto al commercio tipico delle città. Gli effetti negativi sono sotto gli occhi di tutti, con una concorrenza disperata e al ribasso che ha contribuito in buona misura a provocare i ben noti processi di desertificazione commerciale, generando al contempo effetti negativi anche in termini occupazionali".

Confcommercio Pisa spinge sul punto: "C'è chi difende lo status quo, sventolando come una minaccia lo spauracchio della disoccupazione, ma a fronte di poche centinaia di assunzioni, nel solo biennio 2011-2013 i posti di lavoro persi nel commercio al dettaglio hanno superato le 67mila unità. Una catastrofe occupazionale, letteralmente passata sotto silenzio anche da coloro che oggi si strappano le vesti per i posti di lavoro che secondo loro si perderebbero".

"La qualità della vita di imprenditori e collaboratori è inevitabilmente compromessa - ha insistito Grassini - e stare aperti sette giorni su sette non significa maggiori guadagni, ma solamente un aumento dei costi di gestione e del personale, che gravano pesantemente sulle nostre imprese. Le micro e piccole imprese a conduzione familiare affrontano grandi difficoltà per riuscire a conciliare vita lavorativa e vita sociale e alla fine dei conti il gioco non vale in alcun modo la candela. Sono mancate politiche seriamente rivolte ad incentivare i consumi, che non si incrementano aumentando l'orario di apertura dei negozi, ma riducendo il carico fiscale su famiglie e imprenditori".

Quella che occorre per l'associazione è una "regolamentazione che preveda un tot fisso di chiusure obbligatorie per l'intero territorio nazionale, poi demandata ai comuni e alle associazioni di categoria per il resto, salvaguardando il principio dell'alternanza fra territori limitrofi. Forme di regolamentazione esistono in gran parte d'Europa, e l'obiettivo del nuovo provvedimento dovrebbe essere proprio quello di garantire concorrenza leale e pluralità distributiva a vantaggio di tutti: imprese, cittadini, consumatori e turisti. Auspichiamo infine che al di là degli annunci, il governo faccia davvero sul serio".

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