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Cronaca

Denunciano un'aggressione falsa e vengono smascherati: il Nosu scopre un 'appartamento dell'illegalità'

Una coppia di italiani protagonista di affitti in nero, spaccio di droga e percosse anche su una donna incinta

Tentata estorsione, truffa e simulazione di reato le accuse rimediate da una coppia di uomini italiani presentatisi venerdì 5 maggio negli uffici del Nosu simulando di essere stati vittima di un’aggressione. "Presto venite. Tre nigeriani mi hanno spruzzato gas urticante negli occhi, spacciano cocaina e l’hanno nascosta in casa mia". Questo il grido d’aiuto di uno dei due, 40enne pregiudicato per reati inerenti gli stupefacenti. Lo stesso indicava agli agenti un passeggino da neonato dove cercare la droga e dove effettivamente si trovava un sacchetto contenente circa 40 grammi di polvere bianca.

In casa si trovavano due donne di colore, intente a cucinare il pranzo, e una bambina. I mariti, regolari sul territorio, e regolarmente assunti in aziende del pisano, si trovavano sul posto di lavoro. Di nigeriani neanche l’ombra, così come di bombolette di gas o altro che potesse ricondurre all’aggressione denunciata. Immediata si metteva in moto la macchina delle indagini che, nel giro di  pochissimo, portavano alla luce una diversa verità. I due italiani, sedicenti titolari di una azienda, preso in affitto un appartamento nei pressi della Stazione, cercavano persone in difficoltà proponendo in subaffitto al nero alcune stanze dell’immobile per cifre rilevanti e non in linea coi prezzi di mercato.

Una volta riscossa in anticipo la pigione, con una scusa cacciavano di casa gli inquilini, trattenendo il denaro, e procedevano ad affittare nuovamente le stanze. Stavolta però il gioco non aveva funzionato, poiché gli occupanti non se ne erano andati, nonostante uno dei due indagati avesse anche picchiato con violenza una delle due donne in stato di gravidanza e poi avesse simulato, anche allora, di avere subito lui stesso un'aggressione. Quindi la pensata della droga nel passeggino, idea però che non aveva da subito convinto ne gli agenti coordinati dal commissario Paolo Migliorini, ne il pubblico ministero Aldo Mantovani.

Tanto più che all’analisi chimica nella sostanza rinvenuta era risultata una infinitesima presenza di cocaina e tanto bicarbonato, circostanza quindi più che sospetta. Dalle testimonianze raccolte, la coppia di italiani risulterebbe dedita al consumo abituale di stupefacenti, tanto che la perquisizione domiciliare della palazzina portava a scoprire e sequestrare sostanze da taglio e materiale per il confezionamento delle dosi custoditi nella camera da letto occupata dai due, che venivano quindi deferiti all’autorità’ giudiziaria.

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