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Cronaca Centro Storico / Piazza Federico Domenico Guerrazzi, 11

Degrado alla stazione Leopolda: "Situazione di progressivo impoverimento. Si deve intervenire"

I componenti dell'associazione denunciano la situazione in cui versano numerosi locali del complesso

Nella giornata di giovedì 25 novembre sono stati fermati gli autori dell’aggressione subita da Valerio Capuzzi, componente dell’ufficio di presidenza della Leopolda e organizzatore del Pisa Vintage. La Casa della Città Leopolda desidera ringraziare le forze dell’ordine ed esprimere massima solidarietà e sostegno a Valerio, tutt’ora scosso dallo spavento e dalle ferite. L’episodio avvenuto domenica scorsa è il segnale di una crescente difficoltà. Se la Leopolda rappresenta una risorsa preziosa per il quartiere di Porta Fiorentina, occorre riconoscere che il perimetro di sicurezza si sta restringendo.

"I due malviventi sono fuggiti dopo essere entrati nella casa del custode dell’ex mercato ortofrutticolo, attualmente assegnata dal Comune di Pisa all’erede dell’ultimo custode. Sembra che la situazione economica degli occupanti sia molto precaria, tanto da non riuscire a pagare le utenze (i malviventi si sono introdotti dalla finestra sul retro approfittando del buio causato dalla mancanza di corrente)" fa sapere l'associazione. "Questo episodio rende doveroso aprire una riflessione sugli spazi inutilizzati della Leopolda, che stanno andando in malora e che avrebbero bisogno di rilevanti interventi di manutenzione".

"Accanto alla casa del custode si trova lo storico ristorante della Leopolda, chiuso da tempo - prosegue l'associazione - Se fosse rimesso in funzione, oltre ad offrire opportunità lavorative, potrebbe garantire un importante presidio sociale nel tratto che collega piazza Guerrazzi a via Cattaneo. Se l’emergenza Covid-19 ha sconsigliato nuove iniziative imprenditoriali è forse giunto il momento di trovare una soluzione, cercando il coinvolgimento degli operatori della ristorazione".

"Una riflessione specifica merita lo spazio della Ludoteca. Fino al 2013 è stata un punto di riferimento per i bambini e i ragazzi, anche a rischio di esclusione sociale. Ogni giorno, mattina e pomeriggio, lo staff degli educatori coinvolgevano decine di partecipanti in giochi e laboratori. La scelta assunta dall’ultima giunta di centro sinistra di ridurre l’orario di apertura e cancellare il progetto educativo promosso dalla Casa della Città Leopolda ha innescato un processo di progressivo impoverimento, che ha condotto verso la completa chiusura decretata nel 2019. Oggi i locali sono sporchi, abbandonati, soggetti a infiltrazioni d’acqua. I genitori che all’uscita delle vicine scuole elementari si riuniscono di fronte alla Ludoteca, mentre osservano increduli gli ambienti vuoti, si chiedono perchè sono chiusi, non comprendendo la scelta di escludere la Ludoteca dal complesso in cui è collocata". 

"Sulla terrazza si trovano i locali, anch’essi abbandonati, che ospitavano fino al 2019 la bottega di filiera corta, la cui concessione non è stata rinnovata a causa dell’affitto annuale, pari a 22mila euro, non più sostenibile - aggiunge l'associazione - Verso via Vespucci sorge la residenza studentesca assegnata all’Azienda per il Diritto allo Studio. Più volte abbiamo chiesto un intervento di manutenzione che permettesse di completare le opere di sistemazione del piazzale. Nell’area, un tempo occupata da un piccolo campo da calcio, sono ancora presenti i cartelli abbandonati dalla ditta che ha costruito la residenza. Gli studenti universitari raccontano di aver paura a rientrare la sera a causa della mancanza di illuminazione nel tratto che conduce dal cancello alla residenza. Gli studenti sono anche spiacevolmente colpiti dal degrado in cui si trova l’area della cisterna, oggi occupata dai ripetitori della telefonia mobile, dove è cresciuta una vegetazione spontanea infestante che sta ricoprendo la cancellata, ormai pericolante, e gli stessi piloni della cisterna. 

"Per fortuna, gli altri spazi della Leopolda, il salone storico, la palazzina, la sala prove e il piazzale sono costantemente pieni di attività, inclusive e culturalmente avanzate, la cui vivacità riesce a nascondere, almeno parzialmente, le zone chiuse e degradate. E' difficile comprendere - concludono i componenti della Leopolda - come una situazione così complessa possa favorire la crescita di un centro culturale che potrebbe facilmente diventare una realtà di respiro europeo. Non sarebbe preferibile utilizzare, almeno per un anno, le risorse che la Casa della Città Leopolda indirizza verso il pagamento del canone annuale richiesto dal Comune di Pisa, pari a 110mila euro, per rimettere in funzione gli spazi della Leopolda abbandonati e degradati? Le associazioni sono disponibili e sarebbero liete di impegnarsi verso nuovi obiettivi, lasciando alle spalle polemiche e discussioni improduttive". 

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