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Cronaca

C'è un po' di Pisa nella scarpa più grande del mondo

E' la storia di Donato Biscione, artigiano lucano recentemente scomparso, che nel 1993 ottenne il riconoscimento del Guinness World Record

Un racconto d'altri tempi, una fiaba moderna che narra della passione di un ciabattino diventato recordman. E' la storia di Donato Biscione, artigiano nato il 4 gennaio 1919 a Cancellara, piccolo paese della Lucania in provincia di Potenza, che nel 1993 per una conceria del pisano realizzò a mano una scarpa ben più alta di lui: era lunga 1 metro e 92 centimentri. La sua creazione è poi andata perduta e la famiglia non ricorda il nome del committente. Donato è recentemente scomparso a Bologna all'età di 98 anni. "Mi piacerebbe che fosse ricordato per la sua originale 'impresa' - ha detto la nipote Franca Caputo, che ringraziamo per i materiali fotografici e le informazioni - inoltre potrebbe essere un modo per ritrovare la scarpa da Guinness".

Una vita da predestinato quella di Donato, fatta di dedizione e coraggio. Fin da piccolo aveva precisione e cura in ciò che faceva, cosi da adolescente non andò a lavorare i campi della Lucania, bensì diventò allievo di un maestro 'scarparo' di un paese limitrofo. Imparò le basi del mestiere, che poi affinò presso una bottega di calzolaio a Cancellara. Dopo alcuni anni il paese gli andava stretto, e come molti della sua generazione partì per l'America in cerca di fortuna. Ad accoglierlo sarà l'Argentina.

A Buenos Aires il suo talento non passò inosservato. Fu nominato caporeparto in una fabbrica di scarpe, dove lavorò per circa una decina d'anni. Nel frattempo si sposò con una giovane donna. Lei era di Cancellara, la conobbe prima di partire e convolò a nozze per procura, prima che lei lo raggiungesse in Argentina. Ebbero due figli prima di tornare nuovamente in Italia. La loro nuova vita si sviluppò a Bologna, dove Donato aprì una bottega di calzolaio e lì operò fino alla pensione.

La passione per il proprio lavoro aveva portato Donato a realizzare per hobby scarpe in miniatura finemente rifinite, della grandezza di un pollice. Un diletto iniziato a Buenos Aires, che adesso occupava il suo tempo. Ma la sua capacità non poteva rimanere privata a lungo e così ecco la proposta da Pisa: una conceria gli chiese di realizzare una scarpa da esposizione, utile per mostrare la qualità delle pelli usate. Donato prese sul serio la richiesta. Trovo sul libro dei Guinness un modello di 1,37 metri e decise che la sua creazione doveva essere più grande.

Il 'cantiere' durò 6 mesi. Dopo cuciture, chiodi, martello, lacci e lucido il suo capolavoro di 1,92 metri era pronto. La scarpa fu esposta anche a Bologna, poi la chiamata al Guinness dei Primati. L'8 ottobre 1993 fu certificato il record del mondo. Donato non si fermò. Oltre a realizzare altre miniature creò un sandalo da donna di 1,63 metri, che poi fu donato insieme alla forma di legno della scarpa da uomo al Comune di Cancellara, insieme ad una bacheca contenente una collezione di calzature mignon. Questi cimeli sono stati poi esposti in un angolo della Sala Consiliare aperto a tutti, curiosi ed ammiratori.

Il record della scarpa più grande del mondo attualmente appartiene sempre all'Italia, con una creazione della Superga realizzata nel 2013 per l'apertura di uno store ad Hong Kong. Misura 6,1 metri di lunghezza e fatalità vi è disegnata sopra anche la Torre di Pisa. Il fascino della creazione a mano del ciabattino di Cancellara resta però insuperabile. "La famiglia - conclude la nipote dell'artigiano - lancia un accorato appello alla ditta che l'ha commissionata perché possa ritrovarla, semplicemente per scattarle ancora una foto e rivivere il ricordo dell'amato Donato".

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