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Cronaca San Giusto / Via dell'Aeroporto

Furti a raffica nelle auto parcheggiate all'aeroporto: individuati i responsabili

Si tratta di una coppia già nota alle forze dell'ordine

Una miriade di furti su auto, almeno 40, messi a segno lo scorso mese di settembre nel parcheggio Multipiano P2 dell’aeroporto 'Galileo Galilei' erano stati rilevati dalla Polizia di Frontiera.

Sono così scattate le indagini che hanno consentito di attribuire i fatti a una coppia, uno straniero di 35 anni e una donna italiana di 37 anni, entrambi con numerosi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e problemi di tossicodipendenza.

In particolare le indagini sono state orientate su alcune giornate dei mesi di agosto, ottobre e dicembre scorsi. Una minuziosa disamina delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza ha evidenziato la ricorrente presenza di un uomo di corporatura esile con mascherina FFP2 e cappuccio, difficilmente riconoscibile in volto che, con l’ausilio di un martelletto frangi-vetro, aveva colpito diverse autovetture. In un caso, sono state rinvenute tracce probabilmente di sangue sulla portiera di una Lexus NX 300 e su alcune salviette utilizzate per tamponare le ferite, che sono state repertate dalla Polizia scientifica per l’identificazione attraverso esame del DNA.

In attesa dell’esito del test di genetica, sono stati determinanti per l’identificazione degli autori dei furti sulle auto parcheggiate, oltre una testimonianza, i riscontri tramite social media.

Inoltre, il 6 ottobre l'uomo con il cappuccio aveva raggiunto il parcheggio alla guida di una Peugeot 208 rubata a Livorno il 4 ottobre e rinvenuta a Napoli l’8 ottobre con a bordo la coppia. L’utilizzo di tale auto rubata ha comportato a loro carico anche la denuncia per il reato di ricettazione in concorso.

Infine, il 24 dicembre, data in cui ancora una volta sono state danneggiate diverse auto nello stesso parcheggio, l'uomo è risultato non aver rispettato la misura cautelare degli arresti domiciliari per altro procedimento penale e, pertanto, rintracciato a Livorno è stato associato alla casa circondariale delle 'Sughere' con aggravamento della misura cautelare.
La donna è invece detenuta presso la casa circondariale 'Don Bosco' di Pisa per reati oggetto di altro procedimento penale.

Le condotte della coppia sono quindi ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

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