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Cronaca

Infermiera arrestata: è accusata di aver ucciso 13 pazienti

Secondo gli inquirenti la donna utilizzava farmaci non previsti dal piano terapeutico per uccidere pazienti ricoverati all'ospedale di Piombino. Fermata a Pisa di rientro da un viaggio a Parigi

Piombino, arrestata infermiera: è accusata di 13 omicidi
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E' finita in manette un'infermiera professionale che lavora all'ospedale di Piombino, in provincia di Livorno.

La donna, 60 anni, originaria di Savona ma da trent'anni in Toscana, è ritenuta responsabile del reato di omicidio volontario continuato, avvenuto negli anni 2014 e 2015, nei confronti di 13 pazienti tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale civile di Piombino.

Nella tarda serata di mercoledì i Carabinieri del NAS di Livorno coadiuvati da militari del Comando Provinciale, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. L'operazione, denominata 'Killer in corsia', si è conclusa anche con la perquisizione del domicilio. La donna è stata fermata mercoledì sera a Pisa, di rientro da un viaggio a Parigi, dove vive il figlio, ed è stata trasferita nel carcere Don Bosco.

IL MODUS OPERANDI. L’indagine, iniziata a metà del 2015, è scaturita da una segnalazione di un’ennesima ed inspiegabile morte nell'ospedale di Piombino di un anziano signore per emorragie diffuse non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto.
L’attività investigativa del NAS toscano, coadiuvato nelle varie fasi dal Reparto Analisi Criminologiche - Sezione Psicologia Investigativa e Sezione Atti Persecutori del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS) di Roma, ha consentito di accertare la responsabilità dell'infermiera, in servizio a Piombino da molti anni, nelle varie morti. La complessa attività d’indagine ha messo in luce anche le modalità con le quali la donna ha causato il decesso dei poveri pazienti, ovvero attraverso l’iniezione letale, non per fini terapeutici, di un farmaco anticoagulante (eparina) tanto da determinare, soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia con conseguente morte. La presenza del farmaco è stata riscontrata nei rispettivi esami ematochimici effettuati sui pazienti nel corso dell’ordinario monitoraggio clinico, che hanno evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche.

I CASI. I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie. I tredici decessi, dodici dovuti a scoagulazione del sangue e uno ad arresto cardiaco ma ugualmente riconducibile alla somministrazione di altro farmaco, hanno alterato il totale nelle statistiche della struttura sanitaria.
Le morti si sono verificati in queste date:
- 2014: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre.
- 2015: 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre.

I Carabinieri, a seguito di accurate verifiche sui turni di servizio di tutto il personale operante, a vario titolo, in quel Reparto, sono riusciti a conclamare come unica e ricorrente presenza in tutti i turni sospetti (correlati alle morti), presso il Reparto Anestesia e Rianimazione, quella dell'infermiera 60enne.
Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulle motivazioni che hanno portato ai terribili gesti, probabilmente da collegare allo stato psichico dell’infermiera, in particolare a depressione, uso di alcol e di psicofarmaci.

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