Terricciola, ipogei nell'incuria più totale: crolli e infiltrazioni minacciano il sottosuolo
Il quadro della situazione arriva dal Centro studi umanistici dell'abbazia di San Savino. "Sono lasciati in balìa di cedimenti e crolli. Invece di essere il gioiello della Valdera sono una vergogna" dice il direttore Nannipieri
Uno stato di conservazione decisamente critico per gli Ipogei di Terricciola, un complesso abbandonato definitivamente intorno agli anni '50 del Novecento dalla popolazione locale, tornato pian piano alla luce nel 2001, grazie al progetto di Lorenzo Bacci, maturato e condotto nell’ambito delle attività del Gruppo Archeologico Tectiana: si apre da allora il cantiere di diagnostica archeologica, con l’obiettivo di comprendere, valorizzare e musealizzare questo interessantissimo ed evocativo mondo sotterraneo. "Nell’ultimo anno - affermano dal Centro studi umanistici dell'abbazia di San Savino - si sono verificati nei circa 200 Ipogei crolli e le varie infiltrazioni di acque chiare sono considerevolmente aumentate, nonostante che tutte queste criticità siano state più volte segnalate all’amministrazione locale, che allo stato attuale, come sostiene Bacci, non si è ancora espressa sulle modalità di intervento per la sua salvaguardia".
"E' un suicidio politico lasciare che i tanti ipogei di Terricciola, in gran parte tombe etrusche di notevole valore, trasformate nei secoli in cantine per il vino - sostiene Luca Nannipieri, saggista, opinionista del Giornale e direttore del Centro studi umanistici dell'abbazia di San Savino - rimangano come adesso senza valorizzazione, nell'incuria più totale, con frequenti cedimenti e crolli. Invece di essere il gioiello etno storico-artistico della Valdera, sono una vergogna per qualunque coscienza civile".