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Cronaca

La posizione del Comitato dei residenti di Santa Maria sulla mala-movida

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il giorno 13 luglio si è tenuta, presso la Sala TV della residenza Universitaria “Fascetti” in Piazza dei Cavalieri, una riunione, organizzata dal CTP6, sul tema “Vivibilità in Piazza dei Cavalieri e zone limitrofe: sicurezza e decoro urbano”. L’incontro è seguito alle proposte, a cui è stato conferito un ampio risalto dai mezzi di comunicazione locale, avanzate dal sindaco Filippeschi, a proposito del c.d. “piano-antimalamovida” che coinvolgerebbe, oltre a Pisa, altri capoluoghi toscani, caratterizzati dalla massiccia presenza di studenti universitari (Firenze e Siena), con il coordinamento del Prefetto di Firenze. Per l’occasione hanno partecipato, oltre alle istituzioni cittadine, rappresentate in primis dal Sindaco, dal Prefetto, dal Questore, anche numerosi residenti. Dispiace segnalare il grave gesto antidemocratico posto in essere dal presidente dell’assemblea, Giancarlo Vecchi (nominato in area PD), il quale durante il dibattito ha arbitrariamente tolto la parola al Presidente del Comitato del Quartiere di Santa Maria, Francesco Pozzi, che stava esponendo la posizione dei residenti sull’argomento, invitando, successivamente, i presenti che battevano le mani in segno di solidarietà, a cessare ogni tipo di applauso.

Il testo dell’intervento del Comitato, articolato per punti, è stato comunque richiesto dal Sindaco Filippeschi che ha potuto pertanto apprenderne il contenuto, dimostrandosi poi disponibile ad un coinvolgimento dei residenti nella genesi delle decisioni future. I segnali positivi emersi nella discussione potrebbero confluire in un patto di civile convivenza per ricercare nuove compatibilità tra attività, residenti e popolazione studentesca e un decentramento delle attività di intrattenimento. Vista l’impossibilità data all’unica voce organizzata dei residenti di esprimere completamente il proprio parere su un argomento sensibile che tocca da vicino la loro vita quotidiana, preme al Comitato di Santa Maria riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la propria posizione integrale.

Ciò che ha sostenuto il Primo Cittadino pisano a proposito del tema della c.d. “mala movida”, rispetto, ad esempio, alla carenza di personale delle Forze dell’Ordine, non rapportata alle esigenze della nostra comunità, è certamente condivisibile, così come è altrettanto condivisibile l’idea (ma attendiamo progetti concreti, dopo tante parole!) di decentrare il fenomeno in luoghi più consoni e più adatti alla frequentazione notturna. Ciò che però lascia perplessi è che le istituzioni cittadine – e non solo il sindaco Filippeschi - sembra si siano accorte di tale fenomeno solo recentemente o, quantomeno, ne abbiano colpevolmente sottovalutato gli effetti, per quanto di loro competenza, in attesa della promulgazione di “leggi speciali”, che, notoriamente, nel nostro Paese non producono benefici tangibili.

Il Comitato di S.Maria ha alle spalle, a partire dal 2012, un’estenuante e complessa trattativa riferita al progetto di pedonalizzazione di Via S. Maria che ha portato il Comune a sottoscrivere con il Comitato stesso un accordo nel maggio 2013, purtroppo, di gran lunga disatteso nella sua fase applicativa. Orbene: sin dagli albori del progetto avevamo evidenziato le problematiche, anche, ma non solo, di ordine pubblico che l’asse pedonale avrebbe recato. Eravamo convinti - ed oggi lo siamo a maggior ragione, senza timore di essere smentiti, perché i risultati confermano pienamente le nostre remore di allora - che il c.d. “asse pedonale” in realtà avrebbe assunto i connotati di un “asse commerciale”; inoltre sostenevamo che quest’ultimo, a fronte di una notevole diminuzione degli standard di vivibilità imposti ai residenti, avrebbe incentivato l’offerta, obiettivamente non necessaria, né tantomeno auspicabile, di cibo “da strada”, ma, soprattutto, di alcool.

E’ così che dal 2013 ad oggi la Piazza dei Cavalieri, così come altre vie del quartiere, spesso buie e con asfaltature sconnesse, sono diventate, nella migliore delle ipotesi, “orinatoi” a cielo aperto, quando non sono state prese d’assalto da: ubriachi, spacciatori, delinquenti abituali, deturpatori del patrimonio culturale cittadino e nazionale. Per fronteggiare tali condotte delinquenziali non è necessario richiedere leggi speciali o strumenti particolari, sarebbe sufficiente che venisse applicata “rigorosamente” – e non saltuariamente – la disciplina del codice penale. C’è da chiedersi allora come dovrebbero agire, nelle loro possibilità, i nostri amministratori locali e ciò indipendentemente da interventi legislativi ad hoc. Innanzitutto: sarebbe necessario, ed opportuno, adottare provvedimenti che vadano nella direzione del ripopolamento della città, visto che oramai, specie nel centro storico i residenti sono in via di estinzione, come dimostrano gli allarmanti dati ISTAT.

Sarebbe opportuno adottare politiche sociali e fiscali per facilitare l’insediamento di giovani coppie, costruire asili e scuole (nel quartiere storico di S.Maria non ve ne è traccia alcuna!), realizzare parchi pubblici dove bambini e anziani possano convivere ed interagire. Consentire una maggiore vivibilità del quartiere, migliorando l’arredo urbano, ovvero ponendo in essere opere di manutenzione delle strade, aumentando l’illuminazione pubblica, spesso carente; dotare tutte le vie di telecamere per documentare visivamente – e poi sanzionare – i fenomeni delinquenziali, sempre più diffusi. Disciplinare con rigore la ZTL, senza permettere ingressi indiscriminati a soggetti che non avrebbero necessità, né diritto, di accedervi. Accordare ai residenti un numero di permessi limitati per favorire la vita di relazione; metterli nelle condizioni di trovare posti auto in prossimità delle loro abitazioni, senza dover talvolta camminare, magari con buste delle spesa in mano, per centinaia di metri (sempre che il posto auto venga alla fine reperito!)

Vi è poi la lotta all’abusivismo che va combattuto, non solo nei confronti di chi è “totalmente” abusivo, ma anche nei confronti di chi lo è “parzialmente”, ovvero rispetto a coloro che, contrariamente ai regolamenti: occupano in eccesso il suolo pubblico, non rispettando gli orari di chiusura degli esercizi; non contengono i rumori entro i limiti di tollerabilità, andando a disturbare il sacrosanto diritto al riposo dei residenti (a quando l’approvazione del regolamento sull’inquinamento acustico?) . Se questi sono alcuni provvedimenti che l’amministrazione dovrebbe adottare nell’interesse dei residenti, vi sono poi quelli che non dovrebbero essere assunti, nell’ottica di un’opera di concreto contrasto alla mala movida.

In tal senso l’Amministrazione dovrebbe tornare sui propri passi rispetto alla nefasta decisione, oramai adottata da qualche anno, di chiusura del traffico dei Lungarni nell’orario notturno che ha favorito la frequentazione dei soliti soggetti dediti alle bevande alcoliche. Appare poi beffarda la decisione di destinare, per giunta gratuitamente, ad un certo tipo di utenza, le c.d. LAM notturne che circolano sui Lungarni dalle ore 22 alle ore 3 del mattino, spesso senza passeggeri, quando sono completamente assenti collegamenti essenziali del trasporto pubblico locale giornaliero, quale ad esempio il collegamento Duomo-Stazione. In conclusione, è opportuno che quanto prima l’Amministrazione locale muti radicalmente il proprio indirizzo, adottando quei provvedimenti, alcuni dei quali sopra elencati, finalizzati a ricostruire un rapporti di fiducia con gli elettori; tutto al fine di evitare che presto, specie il centro storico, non si svuoti definitivamente a favore di soggetti che non hanno interesse a mantenerne il decoro. E’ una visione della città che deve cambiare, dove va messo al primo posto il benessere dei residenti!

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