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Cronaca

Motorizzazione, il Comitato delle associazioni: "Il trasferimento è un danno per cittadini e imprese"

Il gruppo appoggia l'impegno delle istituzioni locali per il mantenimento del servizio. Il presidente di Cna Pisa: "Occorre mantenere livelli omogenei di qualità e assistenza nei territori"

Cna Provinciale di Pisa, Confarca, Unasca, Adiconsum, Federconsumatori, Amici di Pisa hanno promosso e varato il Comitato per il mantenimento della sede e di tutti i servizi del locale Ufficio di Motorizzazione Civile sede di Pisa, di cui è stata preannunciata la imminente chiusura con il contestuale trasferimento dei servizi al pubblico verso le vicine Unità di Motorizzazione delle sedi di Lucca e Livorno.

Il Comitato è promosso dalle realtà associative che maggiormente hanno relazioni con gli uffici della locale Motorizzazione e si propone di affiancare e sostenere le attività che già le istituzioni locali, a partire dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi e dal Sindaco di San Giuliano Terme Sergio Di Maio, hanno avviato con il competente Ministero dei Trasporti.

A presentare l’iniziativa il presidente Cna Matteo Giusti, Paolo Perelli per Adiconsum e Stefano Ghilardi per gli Amici di Pisa,i rappresentanti Confarca Marco Abbondandolo e Unasca Michele Bulleri, mentre ha inviato una lettera il presidente Federconsumatori Toscana Fulvio Farnesi.  

Il comitato avrà lo scopo di supportare le azioni promosse dalle istituzioni e farsi anche carico di avanzare proposte e soluzioni oltre che contribuire a tenere vivo l’interesse a mantenere un servizio ed il presidio sul territorio pisano. Matteo Giusti ha sottolineato come "siano sacrosanti gli accorpamenti dei servizi e la razionalizzazione dei costi, ma ci vuole un disegno organico e una visione complessiva che mancano del tutto in questo e in molti altri casi dove si parte dai tagli dei costi senza pensare alle ricadute in termini di servizio e di funzionalità e magari tenendo conto di un riequilibrio complessivo che certo non può vedere Pisa ed il suo territorio penalizzata a vantaggio di altri luoghi".

Parla anche di "organico di 16 persone sottodimensionato che comporta già ritardi nella erogazione dei servizi". Una mole di lavoro che senza l'ufficio a Pisa sarà difficile da smaltire: "Ad esempio - enuncia il presidente Cna - i dati per lo svolgimento degli esami teorici delle patenti nel 2015, che è il servizio per cui le UMC sono maggiormente impegnate, parlano chiaro: Pisa 7739 esami; Livorno 5956; Lucca 6748. Peraltro già oggi i tempi di attesa per l’effettuazione di esami per le patenti superano le 10 settimane a Livorno e 5/6 settimane a Lucca, mentre a Pisa si riescono a svolgere dopo circa solo un paio di settimane perché l’ufficio di Pisa ha due aule e possono tenere un ritmo più sostenuto al di là della carenza di personale. E’ ovvio che gli eventuali trasferimenti di servizi , anche se avvenissero unitamente al trasferimento di personale dovrebbero scontare i limiti logistici che già oggi ne penalizzano l’attività".

Il problema è legato anche alle autoscuole del territorio provinciale: "Sono 44 a Pisa, a Livorno 26 e a Lucca 39. Anche le statistiche del Ministero dei Trasporti circa i livelli di attività per lo svolgimento ed il rilascio di patenti, a livello nazionale testimoniano che Pisa è stabilmente è sempre il secondo ufficio per volume di esami svolti a livello regionale secondo solo a Firenze. Oltra alla perdita del fattore di vicinanza territoriale, i servizi per gli utenti della Provincia di Pisa sono indispensabili e devono essere mantenuti con un accettabile livello di omogeneità che peraltro verrebbe persa irrimediabilmente in caso di smembramento della attuale sede e personale verso le sedi vicine. Si perderebbe così, non solo un servizio diretto ai cittadini, ma si creerebbe un danno alle imprese che devono fruire dei servizi e di quelle che li erogano, che inevitabilmente avrebbero un aggravio di tempi e di costi oltre che di tempi di attesa che sono poi i veri fattori da evitare in un sistema economico che funziona in modo sempre più rapido e in cui i tempi di risposta delle imprese non possono sopportare ritardi e ulteriori appesantimenti". 

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