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Cronaca

Piano Nazionale Antiviolenza: l’assessora Marilù Chiofalo nominata nella cabina di regia per il monitoraggio

Pisa e la sua esperienza maturata in questo campo nel corso degli anni, contribuisce in prima linea alle attività di monitoraggio e coordinamento del piano nazionale antiviolenza. L'assessora Marilù Chiofalo è stata infatti nominata quale componente della cabina di regia per il  monitoraggio del Piano Nazionale Antiviolenza presieduta dalla Ministra per le pari opportunità e composta dal Ministro della Salute, dal Ministro per gli affari regionali e autonomie con delega alle politiche della famiglia, dai rappresentanti dei Ministri competenti (Interno, Giustizia, Istruzione, Esteri, Sviluppo Economico, Difesa, Economia e Finanze, Lavoro e Politiche Sociali, Semplificazione e Pubblica Amministrazione) nonché dai rappresentanti delle Regioni e degli Enti Locali.

La nomina, formalizzata nei giorni scorsi dalla conferenza Stato - città ed autonomie locali, fa parte delle designazioni che prevedono la presenza di rappresentanti degli Enti locali nella cabina di regia interistituzionale per il monitoraggio del piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. 

"La violenza legata al genere è un fenomeno che purtroppo cresce nei numeri e nella riconoscibilità - dice l’Assessora Chiofalo - traendo nutrimento da una concezione preistorica delle differenze tra uomini e donne, ancora troppo diffusa e radicata in tutte le culture - anche quelle che si ritengono più evolute, e rafforzata da una modalità di gestione dei conflitti che si dimostra fallimentare tutte le volte in cui i posizionamenti da risiko prevalgono sulla ricerca del dialogo. Con le colleghe di ANCI Simona Lembi di Bologna (presidente della Commissione Anci) e  Francesca Bottalico di Bari, in cabina di regia nazionale porteremo innanzitutto la ricchezza delle esperienze dei Comuni italiani, che hanno saputo raccogliere la sfida innanzitutto culturale delle Associazioni di donne e dei Centri antiviolenza, e a partire dalla loro valorizzazione hanno saputo costruire reti interistituzionali e pianificazione di servizi con relative risorse, e sviluppare un approccio integrato sia per competenze che per dimensioni territoriali, composto da rilevazione del fenomeno, formazione, educazione alle differenze sin da piccolissimi e sensibilizzazione, e naturalmente i percorsi assistenziali che accompagnino con delicatezza e professionalità la donna fuori dall'incubo. Un lavoro da migliorare in alcune parti anche nelle comunità più attrezzate, come la nostra, e certamente da estendere in quelle regioni d'Italia dove non c'è sistema. Ciò significa sviluppare una attenta pianificazione nazionale, integrata con quella delle Regioni e dei Comuni o consorzi di Comuni, con una governance delle risorse che devono arrivare ai Comuni con certezza di quantità e tempi di erogazione, e ripartite secondo criteri di qualità condivisi a livello nazionale  e definiti a partire dall'esperienza dei Centri antiviolenza, insieme a processi certi di controllo d'uso delle risorse.”

Un passo significativo verso la rappresentazione di queste idee è stata l’ audizione presso la Commissione di inchiesta sul femminicidio opportunamente istituita dal Senato e presieduta dalla senatrice Puglisi che si è svolta lo scorso 14 giugno.

In questa sede Anci, attraverso le sue delegate, ha presentato un documento in cui si ribadiscono le attività intraprese da ANCI nelle singole realtà locali così come a livello nazionale e si auspica che la Commissione ponga in primo piano l’organizzazione e  l’analisi dei dati che provengono in modo scomposto e non comparabile da varie ricerche sull’argomento. Si suggerisce inoltre una sensibilizzazione culturale che parta dalla discussione sul ruolo dei modelli proposto dalla pubblicità sessista e giunga nelle scuole, rete di riferimento territoriale, sociale  creando le basi per una vera attività di prevenzione al femminicidio.

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