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Cronaca

Economia 2011: dati preoccupanti dalla Camera di Commercio

Aumenta la disoccupazione nella nostra provincia, mentre è critica la situazione per la piccola impresa. Continua intanto la fase recessiva del settore edile, crescono le esportazioni

Netta divaricazione, in termini di performance, tra i comparti che operano sui mercati internazionali e quelli che lavorano prevalentemente per il mercato interno: i primi seguitano a mostrare andamenti positivi mentre i secondi continuano a dibattersi tra notevoli difficoltà. Questo il comune denominatore che caratterizza l'andamento dell'economia della provincia di Pisa nel 2011, presentata questa mattina dal presidente della Camera di Commercio di Pisa Pierfrancesco Pacini

La crescita delle esportazioni pisane, +10,2%, è il segno più eloquente del successo, quantomeno parziale, delle imprese che si trovano ad operare sui mercati esteri. Parziale perché nonostante questo risultato, che porta a 2,75 miliardi di euro il valore delle esportazioni del 2011, Pisa si trova ancora 10 punti percentuali al di sotto rispetto al massimo toccato a fine 2007.

L’andamento delle importazioni pisane segnala invece le crescenti difficoltà sul fronte della domanda interna. Dagli oltre venti punti percentuali di crescita del primo trimestre del 2011, l’ultimo quarto si chiude con un +6,0%.

Anche i dati relativi al turismo mettono in luce la maggiore tonicità della componente estera della domanda rispetto a quella interna. I pernottamenti di turisti stranieri nella nostra provincia hanno segnato una crescita dell’8,8% rispetto al 2010, mentre quelli degli italiani hanno lasciato sul terreno il 4,8%. La variazione media complessiva delle presenze turistiche per il 2011 si è quindi assestata al +1,5%.
A giocare un ruolo determinante per la crescita delle presenze straniere ha contribuito l’aeroporto “Galilei" che ha visto aumentare in modo significativo il numero dei passeggeri in arrivo (+11,3%) dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere la vera porta di accesso alla provincia e alla Toscana tutta.

Anche il settore manifatturiero a carattere industriale ha approfittato dei venti di ripresa che almeno fino all’estate spiravano sui mercati internazionali segnando, nella media del 2011, una crescita produttiva di 1,2 punti percentuali. Un risultato che, seppur positivo, mostra come la nostra provincia viaggi ad una velocità che risulta essere circa la metà rispetto a quella regionale.
A determinare la crisi della domanda interna contribuiscono una serie di fattori tra i quali il più rilevante è senz’altro quello relativo alla situazione occupazionale.

Preoccupano sia l’aumento del tasso di disoccupazione della nostra provincia, arrivato al 5,8% - con punte del 17 per cento tra i giovani - ma anche i segnali che vengono da tutti gli altri indicatori.
Le ore di cassa integrazione concesse in provincia di Pisa, pur diminuite del 12%, vedono la componente ‘in deroga’ e ‘straordinaria’ assestarsi al 72% del totale.
Gli avviamenti al lavoro riguardano prevalentemente forme di lavoro flessibile come il tempo determinato (+3mila), l’intermittente (+1.500) e le collaborazioni a progetto (circa 680) mentre diminuiscono i contratti a tempo indeterminato (-500 unità).

Se l’export è stato in grado di sostenere, almeno in parte, l’industria manifatturiera, l’andamento della piccola impresa, legato a doppio filo alle vicende del mercato interno, desta invece fortissima preoccupazione.
Il comparto artigiano e della piccola e micro impresa non ha infatti assolutamente beneficiato della seppur breve fase di recupero trainata dalla domanda internazionale. L’andamento del fatturato delle imprese artigiane della provincia di Pisa nel corso del 2011, -9,1%, e delle piccole imprese non artigiane, -7,1%, segnala addirittura un aggravamento della situazione rispetto al già difficile 2010.
Anche il commercio al dettaglio viene colpito dalla crisi dei consumi mettendo a segno una variazione media annua delle vendite del -3,5%.
Non si arresta, nel 2011, la fase recessiva della filiera edile. Le transazioni del comparto residenziale hanno continuato a perdere terreno scendendo al 72% di quanto registrato nel 2007. Se le compravendite di abitazioni continuano ad arretrare è però il non residenziale a subire i contraccolpi più forti della crisi.

Anche dall’andamento del mercato delle opere pubbliche non provengono segnali incoraggianti.  La forte crescita degli importi dei bandi di gara per opere pubbliche rilevati in provincia di Pisa (+36,3%) dipende in modo sostanziale dai 78 milioni per la realizzazione del “People Mover”. I vincoli del patto di stabilità, infatti, determinano il dimezzamento degli appalti banditi nella nostra provincia.

Considerando il netto rallentamento del ciclo economico e le criticità che abbiamo appena esposto, la quantità ed il costo del credito concesso al sistema economico non ha potuto che subirne le conseguenze.
Con il 3,5% di fine 2011, il livello delle sofferenze bancarie delle imprese pisane sul totale dei prestiti concessi risulta, in prospettiva storica, ancora molto elevato.

L’indagine trimestrale sul credito bancario condotta dalla Banca d’Italia a fine 2011 ha rilevato, a livello nazionale, un marcato irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle imprese.

Anche la survey sulle PMI condotta da Unioncamere Toscana nelle scorse settimane conferma, per la provincia di Pisa, il permanere di difficoltà sul versante dell’accesso al credito. Il 45% delle imprese pisane che ha fatto richiesta di finanziamento segnala come le condizioni di accesso al credito bancario risultino meno favorevoli rispetto a quelle di un anno fa. All’interno di questo gruppo i principali ostacoli sono rappresentati da un lato dalla restrizione nelle quantità concesse, lo segnala l’80% delle imprese, e dall’altro, dall’aumento dei margini di interesse applicati sui prestiti: un fattore evidenziato dal 77% delle imprese.

L’irrigidimento da lato dell’offerta, unito ad una minore domanda di credito da parte delle imprese a causa di un ciclo che ha mostrato segni di rallentamento, ha fatto sì che i prestiti concessi alle imprese della nostra provincia si siano contratti del 3,4%.

I dati della survey condotta da Unioncamere Toscana certificano la minore domanda di credito da parte delle imprese pisane. Nel corso del 2011 solo il 10% delle imprese, rispetto al 18% dell’anno precedente, ha utilizzato il credito bancario. Si tratta di un dato molto preoccupante soprattutto se si considera come solo l’8,5% delle imprese che l’ha utilizzato lo ha fatto per effettuare investimenti, mentre l’82% lo ha fatto per coprire le esigenze connesse alla gestione delle scorte e del circolante in genere.

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