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Cronaca

Pisast(A)udium: lo stadio e non solo...un percorso alternativo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Da qualche mese, grazie anche all'iniziativa promossa dall'architetto Zavanella, conclusasi venerdì scorso con la presentazione degli esiti del suo corso di progettazione degli stadi rivolto ai geometri, il dibattito sul nuovo stadio di Pisa (e del Pisa) si è ravvivato attirando le attenzioni di molti.

In questo solco è cominciato già da molti mesi, dapprima in silenzio, poi in maniera sempre più evidente ed efficace, il lavoro del gruppo Pisast(A)udium, un gruppo multidisciplinare formato da più di 70 professionisti fortemente radicati sul territorio che hanno a cuore le sorti della propria città, ed hanno deciso di elaborare una proposta di progetto per un parco dello sport in cui inserire il nuovo stadio e allo stesso tempo di valorizzare e rifunzionalizzare l’Arena Garibaldi.

Il contesto in cui questo dibattito si apre è però molto diverso da quello di 4 anni fa; si sta vivendo una profonda crisi che presumibilmente ci farà ripensare ai modelli di vita che fino a poco tempo fa davamo per scontati; è quindi giusto che il modello di sviluppo di una città, e le sue previsioni urbanistiche, siano inalterate o diventino invarianti dalle quali è impossibile prescindere?

Pisast(A)udium è partita da questo concetto, cominciando dal ripensare anche la collocazione stessa degli spazi sportivi e assumendo come assioma fondamentale la ricerca di un modello di sviluppo sostenibile adeguato alla realtà e alle specificità della nostra città.

Ecco perché siamo convinti che bisognerebbe allargare il dibattito puntando sulle reali potenzialità e sulle eccellenze della città di Pisa; si parla di uno stadio di calcio, che è lo sport nazionale ed in grado di coinvolgere i maggiori investimenti, ma Pisa può vantare esperienze di valore nazionale ed internazionale in molti altri sport: pensiamo alla scherma, al canottaggio, alla ginnastica artistica, alla pallanuoto, solo per citarne alcuni. I nostri atleti migliori, in molti casi campioni di livello internazionale, sono paradossalmente costretti ad allenarsi in strutture fatiscenti e per trovare palestre adeguate devono andare altrove ed allontanarsi da Pisa.

Invece Pisa sarebbe la città ideale per pensare lo sport e tutto il suo indotto come una vera e propria risorsa, riconoscendo la necessaria centralità degli investimenti privati, ma evitando il rischio di speculazioni edilizie. Lo sport in fin dei conti è un’attività che accresce la coesione sociale, favorendo interscambi e collaborazioni fra realtà diverse e potrebbe essere considerato finalmente anche un volano che favorisce lo sviluppo affidando in tal senso alla nostra città il ruolo di esempio ed elevandola a città la cui vocazione sportiva va oltre i limiti regionali e  nazionali. Per non parlare del cosiddetto turismo sportivo, che potrebbe interagire virtuosamente con la vocazione turistica più tradizionale della nostra città, aumentandone ancor di più l’attrattiva.

Ma una città eleva il suo livello qualitativo solo se riesce a valorizzare le proprie risorse, portandole a sistema senza indebolire altri aspetti che ne contraddistinguono la storia.

Allora perché non inserire lo stadio all’interno di un sistema integrato più ampio ed implementabile dove possono trovare degna collocazione un nuovo palazzetto, una nuova piscina, una nuova palestra, ed altre strutture sportive, realizzate in sostituzione di quelle esistenti che risultano ormai obsolete e sono pertanto un costo per l’amministrazione e per l’intera città?

È per questi motivi che abbiamo pensato all’area dei Navicelli, considerando anche l’adeguamento della viabilità già previsto dall’amministrazione, integrandola con un nuovo svincolo che potrebbe essere previsto in corrispondenza della FI-PI-LI, consentendo di trasferire tutto in un’area adeguata fuori dal centro abitato, facilmente accessibile da chi viene da fuori città, ma allo stesso tempo facilmente raggiungibile anche dalla città in bicicletta o sfruttando il costruendo people mover.

Un vero e proprio Parco dello Sport sulla sponda destra del Canale dei Navicelli, dalla parte opposta a dove sta sorgendo l’Ikea, che potrebbe diventare luogo ideale anche per la realizzazione di un nuovo canale di canottaggio capace di poter ospitare gare a livello internazionale.

E’ evidente che per realizzare un progetto del genere servono importanti investimenti privati e quindi fonti di reddito in grado di bilanciare le spese da sostenere e di assicurare il giusto rendimento agli investitori, cosa peraltro vera anche per il progetto dello stadio ad Ospedaletto; ma oltre alle dotazioni di servizi e destinazioni accessorie all’interno del Parco dello Sport, che produrrebbero reddito e che si troverebbero in un’area la cui vocazione commerciale ed a servizi è certamente maggiore di quella di Ospedaletto e che sarà ancor più rafforzata con l’avvento di Ikea; l’area liberata dalle vecchie strutture, ben più ampia di quella dell’Arena Garibaldi, potrebbe essere messa a disposizione di chi fosse interessato ad investire su un progetto di questa portata.

Già, l’Arena Garibaldi, cosa succede all’Arena Garibaldi? Noi abbiamo voluto domandarlo a chi la città la vive, ai pisani.

Pisast(A)udium si è quindi da subito messa in gioco e lo ha fatto parlando con la gente comune per coinvolgerla nel dibattito e per carpirne gli umori, le idee e le speranze, in un primo abbozzo di progettazione partecipata (pur preliminare) in grado di interpretare le esigenze della città partendo dai cittadini e non solo dagli addetti ai lavori.

Nei quasi 1.000 questionari compilati ai banchetti organizzati da Pisast(A)udium, ad esempio, la grande maggioranza ha ribadito la percezione dell’Arena, anche da parte di persone che allo stadio non sono mai andate, o sono andate raramente, come di uno spazio che caratterizza, e dovrebbe continuare a farlo, la memoria storica della città. Per questo riteniamo che l’Arena ed i suoi spazi siano una struttura pubblica importante e che tali dovrebbero rimanere, recuperandone alcune peculiarità e rendendolo uno spazio accessibile a tutti e da tutti liberamente utilizzabile, senza sacrificare l’area ad una più redditizia, ma meno accettabile, destinazione unicamente privata.

Il mondo sta cambiando e la nostra non celata ambizione è provare almeno a capire verso quale direzione, cominciando con il porsi in una posizione costruttiva, ma critica, rispetto a tutto quello che abbiamo dato per scontato fino ad adesso.

Il nostro obiettivo è quindi quello di ampliare il dibattito e di portare una posizione nuova maturata da chi in questa città lavora da tempo e, dopo l'estate, presentare il progetto di uno stadio per Pisa e di un più ampio Parco dello Sport, affiancando questa idea al progetto di rifunzionalizzazione dell’area dell’Arena Garibaldi come parco urbano aperto a tutti.

Il primo passo di un percorso necessariamente lungo e che richiederà ulteriori gradi di approfondimento, ma un primo passo in cui abbiamo voluto mettere le nostre professionalità a disposizione della città e per il quale abbiamo voluto con la città confrontarci, sperando di poter tutti insieme provare a costruire, ricostruire, recuperare e valorizzare la nostra città e la città dei nostri figli.

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