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Cronaca

Raddoppio degli stipendi, la replica dell’Ateneo: "Cifre fantasiose"

L'unico aumento significativo riguarderebbe il gettone di presenza dei consiglieri. Per il resto, dice l'Università di Pisa, "numeri ben lontani da quelli sbandierati con malafede"

 

Cifre fantasiose date in pasto alla stampa con leggerezza e malafede, numeri che sono l’esatto opposto della realtà, o quasi. Dura la replica dell’Ateneo pisano alle polemiche sull’aumento degli stipendi e delle indennità di carica del rettore, del prorettore e dei capi delle unità dipartimentali dell'Università di Pisa. L’Università di Pisa nega l’impianto dell’accusa, cifre false, ma ammette degli incrementi di retribuzione per alcune categorie professionali. Infine sottolinea che il saldo totale della manovra è di segno più: la spesa complessiva è in diminuzione malgrado i contestati aumenti.  

“L'obiettivo prioritario della manovra - argomenta l’Ufficio Stampa dell’Ateneo - è stato, e rimane, quello di ridurre in modo sensibile la spesa complessiva". Non solo.  "Proprio il rettore - precisa il comunicato - ha voluto che il risparmio complessivo fosse di almeno il 20% rispetto alla cifra spesa finora".

Secondo la nota, dove si ricordano le novità introdotte dalla riforma dell'Università e dal nuovo Statuto, "l'unico aumento percentualmente (ma non realmente) significativo è quello che riguarda i futuri consiglieri", il cui gettone di presenza passa da 162 a circa 320 euro lordo dipendente, "meno di 2.700 euro all'anno", a fronte di un impegno a tutto tondo per la complessiva gestione dell'Università!".

Per quanto riguarda i direttori delle nuove strutture, diminuiti da 60 a 20, con un incremento "non soltanto quantitativo dei loro compiti", la loro indennità (alla quale é parificata quella dei prorettori), "passerà da 5.050 euro lordo dipendente a circa 7 mila euro lordo dipendente". Infine, l'indennità del rettore, passa, da 50.523 euro lordo dipendente a circa 56 mila euro lordo dipendente, mentre quella del prorettore vicario passa da 20.210 euro a circa 23 mila euro. 

Nella nota si precisa che entrambi hanno deciso di autoridursi la propria indennità e che netto prendono così circa 28 mila e 11.500 euro. Numeri quindi, conclude l'Ateneo pisano, "ben lontani da quelli sbandierati con grande leggerezza" spiegabili solo "con la malafede di chi ha fornito false informazioni, le cui responsabilità l'Ateneo intende accertare".

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