Sanità, presidio all'ospedale Cisanello per ricordare gli operatori vittime del Covid
Un appuntamento per denunciare anche le criticità del sistema come la carenza di personale e la privatizzazione della sanità
Un presidio all'ospedale di Cisanello per ricordare tutti i sanitari vittime del Covid e il loro impegno a servizio dei cittadini nonostante le difficoltà e la carenza di personale. E' quello lanciato per sabato 18 marzo (ore 10.30) all'ospedale di Cisanello da Cobas Sanità Pisa con il Comitato Sanità Pubblica Versilia – Massa – Carrara e il Comitato Non Ci Sto Firenze.
"Durante la pandemia, l’assenza di 'salute e sicurezza' nella sanità ha fatto sì che fossero contagiati tragicamente migliaia di operatori e operatrici (medici, infermieri, Oss, farmacisti, lavoratori/trici di servizi e pulizie). Una politica scellerata nei confronti di lavoratori e lavoratrici al servizio della collettività in termini di sanità e salute. Addirittura, chi ha denunciato queste gravi mancanze è stato pesantemente ripagato con il ‘dovere di fedeltà’ all’azienda, attraverso richiami, multe, sospensioni, licenziamenti - sottolineano gli organizzatori del presidio - vite spezzate tra operatori sanitari e popolazione, vittime provocate da una politica che, nel corso di decenni (con l’accelerazione negli ultimi anni), ha determinato il depotenziamento fino allo smantellamento del servizio sanitario pubblico e della L.833/78, strappata con le lotte e le mobilitazioni".
"Nella sanità, dopo anni di ristrutturazione e privatizzazione, con il pretesto dell’efficienza e della razionalizzazione, sono stati ridotti posti letto, unità di terapia intensiva, penalizzate infrastrutture, servizi, farmaci, bloccato turn-over, introdotti ticket e i tempi sulle liste d’attesa si sono dimostrati infiniti e impossibili tanto da costringere utenti e pazienti a rivolgersi al privato per avere le cure in tempi accettabili - proseguono - scelte che completano la privatizzazione della sanità, che da servizio solidaristico e universale è stato trasformato a sistema basato su assicurazioni e cliniche private. Una politica irresponsabile e scellerata opposta a risposte adeguate alla gravità della situazione".
"Dopo la fase di ‘eroi ed eroine’, accantonato il paternalismo, adesso c'è un'altra emergenza: la mancanza di personale - sottolineano i Cobas Sanità Pisa - lavoratori e lavoratrici cronicamente sottoposti a carichi di lavoro eccessivi per il taglio del personale, minacce e soprusi, precarietà e sfruttamento selvaggio, non possono garantire livelli di qualità se non a proprio spese".
"L’iniziativa del 18 marzo è volta in primo luogo a salvaguardare la memoria, smascherando scelte politiche dove tutto viene sacrificato in nome del profitto; dove istituzioni, partiti e parti sociali, a chiacchiere mostrano di indignarsi, ma nei fatti perseguono la politica di smantellamento e privatizzazione della sanità. Fino al punto di adottare provvedimenti coercitivi e discriminatori che hanno colpito parte di lavoratori e lavoratrici per aver rivendicato libertà di scelta vaccinale, provvedimenti offensivi e penalizzanti per la dignità, la professionalità, lo stipendio. L’assunzione di personale è fondamentale per una sanita pubblica, universalistica e solidale, su tutto il territorio nazionale, come il superamento dell’'imbuto formativo' per le specializzazioni e l’abolizione del numero chiuso delle Medicine e il primo passo necessario per rispondere all’emergenza medici" concludono gli organizzatori del presidio.