rotate-mobile
Cronaca

Giornata internazionale della donna: il lungo cammino verso la cultura di genere

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione per l'8 marzo dell'assessora Marilù Chiofalo, della presidente del Consiglio cittadino per le pari opportunità Valeria di Bartolomeo e della presidente della Terza Commissione Consiliare Alessandra Mazziotti

Sarà forse un film quest’anno a far parlare e ricordare in tutto il mondo le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e magari sarà un modo per rinnovare l’impegno contro le discriminazioni e le violenze di cui ancora sono vittime.

“Mai arrendersi, mai smettere di lottare”, lo slogan di battaglia di Emmeline Pankhurst, leader carismatica delle suffragette inglesi all’inizio anni ’20, interpretata da Maryl Streep nel film Suffragette, si confà alla ricorrenza della Giornata Internazionale della Donna nell’anno del 70° anniversario del primo voto delle donne italiane, avvenuto alle elezioni amministrative del 1946 ( a Pisa le donne votarono per la prima volta il 31 marzo 1946).
La forza e l’abnegazione delle protagoniste delle lotte di allora per il voto alle donne sono di ispirazione anche per il presente, dove in tutto il mondo ci sono ancora diritti da conquistare e discriminazioni da combattere.
Nel 1946 le donne ottennero di poter eleggere e di potere essere elette, fu un appuntamento importante per molte che in tutto il paese si recarono ai seggi col timore di sbagliare a mettere la crocetta e con gli sgabelli sotto braccio per sedersi e attendere il proprio turno. Una battaglia che ha per simbolo le donne della Costituente, ed il nostro ricordo va a Teresa Mattei. Il loro contributo fu fondamentale nella stesura di quella carta di principi che ancora oggi è il saldo fondamento della nostra comunità.

Una battaglia che nonostante i passi avanti fatti, a quasi un secolo di distanza, non è finita.
Nei 70 anni trascorsi da allora, la strada verso la parità non è stata in discesa e la storia della partecipazione delle donne ai processi decisionali non è stata lineare. Basta pensare che nonostante le  leggi e la doppia preferenza di genere oggi solo il 30% circa del Parlamento Italiano è composto da donne. La situazione migliora un po’ nelle amministrazioni locali ma il dato conferma ancora una volta una carenza nella rappresentanza istituzionale che stenta dunque a trasformarsi in quella rappresentanza reale che aprirebbe le porte all’affermazione della cultura di genere.
E di cultura di genere bisogna parlare se si vogliono analizzare e risolvere i conflitti che si verificano quotidianamente nella nostra società: si tratta di conflitti pubblici e privati nei quali la mancanza di una diffusa coscienza del valore delle differenze è il fattore dirimente.
Nel privato assistiamo ancora a moltissimi episodi di violenza intrafamiliare mentre nel pubblico gli stereotipi, i canoni imposti e l’uso del corpo femminile continuano a imporsi.
E che dire delle discriminazioni sui luoghi di lavoro a partire dalla discriminazione salariale che vede una disparità cospicua a parità di posizione tra uomo e donna?
Conflitti, dicevamo, conflitti non risolti e non gestiti che rischiano di ostacolare l’affermazione di una  leadership femminile. Conflitti che si risolvono solo proseguendo il cammino in salita verso la diffusione di una cultura di genere che possa fare da massa critica e porsi come esempio per le nuove generazioni.
A loro, ragazzi e ragazze in piena formazione, il nostro pensiero nella Giornata Internazionale della donna.


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giornata internazionale della donna: il lungo cammino verso la cultura di genere

PisaToday è in caricamento