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Cronaca

Rimpasto di Giunta, Confcommercio: "Era meglio accorpare commercio e turismo"

Valutazioni critiche per la scelta degli assessorati da parte della presidente di Confcommercio Pisa nei confronti delle decisioni del sindaco Filippeschi. "Ad oggi - scrive Federica Grassini - manca la volontà politica di risolvere i problemi"

Dopo gli immancabili auguri di buon lavoro per i nuovi assessori, la presidente di Confcommercio Pisa Federica Grassini esplicita alcune perplessità sulle scelte del Sindaco Filippeschi: "Non voglio entrate nel merito delle scelte – spiega – in quanto il nostro lavoro è difendere gli interessi delle imprese pisane, ma crediamo che anzichè affidare incarichi per consolidare equilibri politici di partito, avremmo piacere che questi stessi incarichi fossero affidati a persone con curriculum vitae più attinenti rispetto al ruolo che si apprestano ad occupare".

Ma più che i dubbi sulle singole capacità è la separazione delle due deleghe a preoccupare i vertici di Confcommercio: "Pensiamo in tutta franchezza che la delega al turismo e quella al commercio avrebbero dovuto essere affidate ad un unico assessore. Pisa è una città a vocazione turistica, meta di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Sono anni che ci battiamo per fare comprendere il messaggio che cultura, commercio, turismo sono le facce di una stessa medaglia, che è quella dell'accoglienza". Una visione d'insieme che sarebbe stata favorita da un trattamento unitario delle materie, infatti "occorre pensare un modo nuovo di accogliere il turista, con progetti che leghino l'offerta culturale con quella alberghiera, la ristorazione all'offerta commerciale dei tanti negozi del centro".

"Il commercio pisano – rileva con preoccupazione la Grassini – versa in una situazione di grandissima difficoltà dovuta alla crisi dei consumi, ad un eccesso di tassazione, ad una situazione di degrado del nostro centro storico, alla poca sicurezza, alla concorrenza sleale dei troppi abusivi che vendono per lo più merce contraffatta. Ci siamo opposti per primi alla politica di rilascio indiscriminato delle licenze a pubblici esercizi e minimarket di basso livello, hanno trasformato alcuni quartieri in ghetti veri e propri. E poi, ci sono casi come il mercato del duomo, che debbono trovare una soluzione condivisa e definitiva. Ad oggi manca la volontà politica di trovare soluzioni efficaci". 

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