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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

'Impresa familiare' vende scarpe contraffatte su internet: giro d'affari da 400mila euro

In due anni erano stati truffati con merce falsa oltre 2500 clienti. Genero, figlia, padre e nonna impegnati nell'attività illecita

Una famiglia tutta indaffarata nel commercio on line di merce contraffatta è stata scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pisa, in collaborazione con il personale del Nucleo Speciale Repressioni Frodi Tecnologiche. I militari stanno provvedendo all’esecuzione di perquisizioni domiciliari, delegate dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti dei quattro indagati, residenti a Pisa, facenti parte appunto dello stesso nucleo familiare e che, a vario titolo, sono stati denunciati per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti contraffatti. Disposto nei loro confronti anche il sequestro di oltre 330.000 euro, l’equivalente dei guadagni illeciti degli ultimi due anni, nonché l’oscuramento di 5 profili social utilizzati per commercializzare i prodotti falsi e attirare i clienti.

La fiorente attività era operativa da oltre due anni. Gli indagati si erano organizzati attribuendo compiti e funzioni ad ogni membro della famiglia: il genero era addetto alle pubbliche relazioni e alla propaganda sui principali social network, come Facebook, Instagram e Telegram; la figlia si occupava delle ordinazioni dei prodotti falsi dalla Cina e delle spedizioni in varie regioni d’Italia; la nonna si intestava carte prepagate per l’accredito dei proventi illeciti; il padre si occupava del loro reimpiego per l’acquisto di ulteriori prodotti falsi.
Una vera e propria impresa familiare dunque, il cui oggetto sociale esclusivo era soprattutto la vendita di scarpe di lusso contraffatte delle principali case di moda: Balenciaga, Chanel, Givency, Alexander McQueen, Fendi, Dior, Louis Vuitton, Versace, Nike e Gucci.
L’attività prevedeva anche la collaborazione di 15 giovani influencer che pubblicizzavano i prodotti sui loro canali, ottenendo 20 euro per ogni cliente procacciato, denaro accreditato direttamente sulle loro postepay.

Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte attraverso l’analisi del web, il tracciamento del percorso telematico, la ricostruzione dei flussi finanziari e il monitoraggio delle singole spedizioni, hanno consentito di ricostruire un giro di affari che, in due anni, è stato quantificato in circa 400mila euro, nonché l’identificazione di oltre 2.500 clienti, che ricevevano la merce direttamente nelle loro case.

"L’ esecuzione dell’attività odierna, disposta dalla Autorità Giudiziaria pisana - sottolineano dal Comando provinciale della Guardia di Finanza - permetterà di porre un freno alle attività di questa organizzazione che, proprio nel periodo di lockdown, aveva visto aumentare notevolmente il giro di affari, analogamente a quanto avvenuto a tutte le società dedite all’e-commerce".

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