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Cronaca

Scuole Biagi e Beltrami chiuse, famiglie nel caos: "Siamo ostaggio di interpretazioni ed applicazioni illegittime"

150 genitori di bambini in isolamento, in seguito alla chiusura delle scuole per troppi casi di Coronavirus, denunciano la situazione che stanno vivendo e chiedono l'intervento del governatore Giani

Una lettera scritta da oltre 150 genitori di bambini della scuola primaria Biagi, della scuola secondaria Toniolo e della scuola materna Beltrami di Pisa, 'ostaggio' di una quarantena che sembra non avere fine, nonostante procedure più snelle approvate il 15 ottobre. La missiva è indirizzata al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, al sindaco di Pisa Michele Conti, al direttore generale dell'Asl Toscana Nord Ovest Maria Letizia Casani e al Dipartimento di Prevenzione della stessa Asl.
La scuola Biagi e la scuola materna Beltrami sono state chiuse ad inizio ottobre per i troppi casi di Coronavirus che si sono verificati. Dopo quasi tre settimane i bambini, e le loro famiglie, sono sempre a casa senza alcuna notizia sui tempi di rientro e per la mancata applicazione, in maniera retroattiva, della norma che riduce i tempi di isolamento e prescrive un solo tampone negativo necessario.

"In base ai provvedimenti notificati ai genitori dei bambini positivi, il Dipartimento della Prevenzione della ASL Nord Ovest ha imposto un periodo di isolamento immediato, oltre che di quarantena per 14 giorni a far data dalla guarigione del caso accertato (doppio tampone negativo). Nel frattempo, il Ministero della Salute, con circolare n. 32580 del 12 ottobre 2020, ha ridefinito, riducendoli, i tempi della quarantena e dell’isolamento, abbandonando la regola del doppio tampone negativo a distanza di 24/48 ore per decretare la guarigione dei casi e il loro reinserimento nella società - si legge nella lettera dei genitori - come noto, infatti, secondo le nuove regole fissate dal Ministero della Salute è sufficiente, per interrompere la quarantena e l’isolamento, dopo un periodo di almeno 10 giorni, un solo tampone negativo in uscita, e non più due; non solo, stante la difficoltà di alcuni soggetti a negativizzarsi, il Ministero ha previsto che anche i positivi asintomatici possano comunque interrompere l’isolamento e rientrare in comunità, in caso di assenza di sintomatologia da almeno una settimana, fatta eccezione per augesia/disgeusia e asonomia che possono perdurare per diverso tempo, dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi".

Nella lettera i genitori sottolineano come la Regione si sia uniformata alla circolare del Ministero della Salute sulle indicazioni operative per la gestione in ambito scolastico di casi di Covid-19, ma con la Asl si sarebbe invece verificato un 'cortocircuito'. "Il Dipartimento della Prevenzione dell’Azienda ASL Nord Ovest ritiene che la nuova disciplina, conforme alle indicazioni del Ministero, non possa trovare applicazione, in via retroattiva, per quei soggetti risultati destinatari di provvedimenti di isolamento/quarantena prima del 15 ottobre (data dell'ordinanza regionale, la numero 92, che recepisce le direttive del Ministero, ndr) - si legge nel documento delle famiglie - una tale interpretazione risulta oltre che illegittima, manifestamente illogica, e si colloca in patente violazione dei più elementari principi che informano il nostro ordinamento e che sono posti a presidio delle libertà costituzionali. Peraltro, i provvedimenti di isolamento ed allontanamento dalla comunità per esigenze sanitarie fanno riferimento, e non potrebbe essere altrimenti, alla guarigione dei soggetti positivi; guarigione che, secondo la disciplina attualmente vigente, può e deve essere certificata da un tampone negativo, e non più due".
"E' chiaro come l’interpretazione data alla disciplina della quarantena/isolamento da parte del Dipartimento della Prevenzione della ASL Nord Ovest, non solo mantenga in isolamento intere famiglie e soggetti che potrebbero essere restituiti alla comunità perché guariti (con un tampone negativo) o non più in grado di contagiare (positivi a lungo termine); ma complica, notevolmente ed illegittimamente, anche il rientro a scuola dei bambini ormai negativi o comunque non più contagiosi" sottolineano i genitori.

Le famiglie si rivolgono direttamente al presidente della Regione perchè venga fatta chiarezza sui procedimenti da seguire e perchè sia applicata la norma del singolo tampone anche in via retroattiva. "Appare infatti illogico che un bambino, e con lui una famiglia, solo per essersi contagiato prima dell’adozione dell’ordinanza n. 92/2020 debba aspettare di risultare negativo al doppio tampone (in alcuni casi passano anche mesi) per interrompere l’isolamento e rientrare a scuola - proseguono i genitori - e per un altro bambino, contagiatosi magari il 19 di ottobre, sia possibile invece rientrare a scuola dopo 10 giorni con un tampone negativo in uscita o al massimo dopo 21 giorni. Oggi le famiglie delle Scuole Biagi e delle Scuole Beltrami con bambini positivi si trovano a casa, non hanno notizie dal Dipartimento sui tempi dell’isolamento e della successiva quarantena e sono ostaggi di interpretazioni ed applicazioni illegittime della disciplina sui percorsi Covid. A queste si aggiungono anche le famiglie di alcune sezioni della Scuola Secondaria Toniolo di Pisa, anch’esse poste in isolamento/quarantena per casi di positività tra i discenti".

"La speranza - concludono i firmatari della lettera - è che la Regione chiarisca ufficialmente che le regole per attestare la guarigione ed il rientro a scuola sono quelle fissate dal Ministero della Salute con la Circolare n. 32580 del 12 ottobre 2020 e dalla Regione Toscana con l’ordinanza n. 92/2020; e che tali regole debbano essere applicate a tutti i contagiati, anche a quelli positivi prima della loro adozione, giacché la guarigione si attesta sulla scorta delle evidenze scientifiche attuali e non in base a quelle oramai superate".

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