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Cronaca

Tari, Toscana e Pisa costose: "Servono misure emergenziali"

Confcommercio riporta le analisi sul peso della tassa e chiede esenzioni in base ai cali di fatturato delle imprese

La Tari come "peso insostenibile e spesso ingiustificato". Il portale Confcommercio di Pisa sull'osservatorio tasse locali, secono l'associazione, conferma il "peso eccessivo della tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese, nonostante l’emergenza da Covid-19 abbia obbligato molte attività a chiudere e nonostante si sia registrata nel 2020 una contrazione del Pil di quasi 9 punti percentuali, con conseguente riduzione di consumi e di rifiuti". L'ammontare complessivo della Tari a livello nazione è rimasto elevato, attestandosi, nel 2020, su valori analoghi a quelli del 2019 (circa 9,73 miliardi di euro).

Per il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli "esistono divari di costo importanti tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni, nella stessa provincia e in province della stessa regione, con un effetto arlecchino che genera disparità inaccettabili. E molti comuni continuano a registrare una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni, generando uno spreco che ricade su famiglie e imprese. Su questo punto, invochiamo maggiore trasparenza e omogeneità sui costi reali di questo tipo di servizio".

Tari costosa per bar e Pasticcerie

Le tariffe toscane sono superiori alla media nazionale in quasi tutti i settori, con un record quando si parla di bar, caffè, pasticcerie. I baristi toscani pagano una tariffa sui rifiuti più alta rispetto ai colleghi di tutte le altre regioni: una media di quasi 26 euro al metro quadrato, superiore di 10 euro rispetto al dato nazionale di 16. Sul fronte “ristorazione” Pistoia è la provincia più cara: ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie lì pagano per la Tari una media di 37,3 euro a metro quadrato, contro le 35,5 di Livorno, 27,42 di Pisa, e le 26,9 di Firenze. Bar, caffè e pasticcerie toscane pagano di più a Livorno (29,4 euro) e Pistoia (26,7). Seguono Firenze (20), Pisa (19,87) e le altre province.

Pisa prevede di incassare nei prossimi tre anni 27 milioni di euro di Tari e si colloca al terzo posto tra i capoluoghi di provincia dopo Firenze (96 milioni di euro) e Livorno (38 milioni di euro). Se si analizza la media di spesa pro capite, però, Firenze scende al quarto posto con un importo di 251,16 euro a testa, preceduta da Pisa, in testa alla classifica con una spesa media di 298 euro, Siena con 273,70 euro, Lucca con 258,34 e Massa con 254,05.

Capoluoghi più virtuosi: Pisa seconda

La provincia toscana più virtuosa per quantità di servizi erogati è Lucca, seguita a distanza da Pisa, Firenze e, al quarto posto a pari merito, da Arezzo, Grosseto, Livorno, Pistoia e Siena. Fanalino di coda Massa Carrara (3). E non è un caso se proprio Lucca registra anche la percentuale più alta di raccolta differenziata: 63,41%, contro una media regionale ferma al 40,54%. Pisa è seconda con il 59.7% davanti Firenze con il 46,35%. Seguono Livorno con 39,37%, Siena 38,46%, Pistoia e Arezzo con il 37%, Grosseto 35,28%. In ultima posizione ancora Massa Carrara con la percentuale più bassa di raccolta differenziata: 27,21%.

I comuni della Provincia di Pisa

L’Arera, l’autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, aveva stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) incentrato sulla trasparenza e sull’efficienza dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che avrebbe dovuto generare un abbattimento delle tariffe. Nella realtà, solo il 21% dei Comuni ha recepito lo strumento.

"Per fortuna - conclude Pieragnoli - anche su nostra sollecitazione, comprendendo le difficoltà oggettive in cui versavano molte imprese, non pochi comuni della provincia di Pisa hanno bloccato le tariffe o applicato riduzioni per le categorie più colpite da un calo consistente di fatturato, ma è chiaro che pur apprezzando questi interventi, non si è trattato di interventi decisivi. Inutile girarci intorno: servono ora più che mai misure emergenziali, visto il perdurare della diffusione epidemiologica da Covid-19. Per questo chiediamo che siano esentate dal pagamento della Tassa tutte quelle imprese che, anche nel 2021, sono e saranno costrette a chiusure dell’attività o a riduzioni di orario. Analoghe misure dovranno essere riconosciute in favore di tutte le altre imprese che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato, e quindi dei rifiuti prodotti, a causa della contrazione dei consumi".

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