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Economia

Crisi nautica: l'intervento di Confcommercio Pisa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

“Saremo alla manifestazione del prossimo 28 dicembre, per lanciare ai parlamentari pisani presenti un vero grido d'allarme per la nautica, fino a poco tempo fa uno dei settori economici all'avanguardia, ottimo volano di sviluppo e occupazione e oggi, gravemente compromesso a causa provvedimenti legislativi penalizzanti e un clima di caccia alle streghe per chi po/ssiede una barca. Negli ultimi 5 anni sono stati realizzati in Italia qualcosa come 12 mila nuovi posti barca e quelli in costruzione sono altri 18 mila. Un grande sforzo infrastrutturale ed economico, che rischia di essere spazzato via in brevissimo tempo. I provvedimenti contenuti nel decreto “Salva Italia”, l'introduzione delle nuove tasse di stazionamento hanno rappresentato una mannaia che ha colpito duramente l'economia del mare. La prima e più drammatica conseguenza di ciò è stata la fuga dei diportisti dalle coste italiane a quelle di Francia, Croazia, Grecia, Slovenia, Turchia. Stiamo parlando di trentamila imbarcazioni in fuga, con perdite in termini economici molto significative: almeno 200 milioni di euro per i servizi offerti in banchina e altri 400 milioni di euro per l'indotto. Mai così poche barche in navigazione nel mese di luglio – ha denunciato l'Osservatorio Turistico Nazionale, secondo cui la filiera turistico– nautica ha segnato un decremento medio del -33%, con un picco negativo che coinvolge anche la Toscana, che ha lasciato sul terreno un – 28% per i posti barca stanziali. Un dato molto preoccupante, aggravato ancora di più dalla contrazione della domanda dei posti in transito che per la nostra regione fa segnare un roboante – 32%. Per farla breve, si rischia in brevissimo tempo di cancellare 10 mila posti di lavoro, in un quadro in cui i diportisti italiani non solo hanno ridotto l'uso di ormeggi stanziali ma hanno rinunciato all'uso della stessa barca. D'altronde, i diportisti sembrano avere fondate ragioni per lasciare i nostri porti. Inasprimento della tassazione, un certo clima di terrore fiscale, il costo dei carburanti sono tutti elementi che incidono pesantemente sul presente e sul futuro del nostro settore. A livello locale, la golena sinistra dell'Arno, il più grande porto naturale della Toscana, necessita di una riqualificazione complessiva che ad oggi ci risulta estremamente difficile da realizzare, bloccati come siamo da lacci e lacciuoli di ogni tipo. Troppi enti chiamati a decidere, in una sovrapposizione di competenze che rende estremamente complicato fare qualsiasi cosa, e comunque con tempi decisionali lunghissimi. E sul gravissimo problema dell'insabbiamento della foce dell'Arno ad oggi non è stato fatto alcun intervento. Ancora una volta a nostro rischio e pericolo”.

Emiliano Marchi, presidente sindacato Porticcioli Confcommercio Pisa

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