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Aeroporto, l'affondo di Ceccardi e Lazzeri (Lega): "Depotenziamento del 'Galilei' deciso dal PD"

L'europarlamentare e il segretario pisano auspicano il mantenimento di una quota pubblica all'interno del Cda

"All’aeroporto di Pisa ormai i voli business sono ridotti all’osso, è stato tolto il collegamento con Francoforte, non è ancora stato ripristinato quello con Roma dai tempi della pandemia, mentre prima dell’attuale gestione unificata avevamo addirittura il volo diretto per New York. Inoltre i lavori per il nuovo terminal sono fermi. Tutto ciò ci lascia molto perplessi sulla linea che la società Toscana Aeroporti sta tenendo non solo in relazione al bilancio dell’aeroporto pisano ma anche per quanto riguarda la sua storica, fondamentale intercontinentalità". E’ quanto dichiarano congiuntamente l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi e il segretario pisano della Lega Marcello Lazzeri.

E proseguono: "Va inoltre sottolineato con forza come il peccato originale alla base di questo depotenziamento stia tutto nella scelta fatta a suo tempo dal PD di vendere la maggioranza delle quote pubbliche. Una decisione con cui facciamo i conti ancora oggi, perché assegnare ai soci pubblici una quota di minoranza del 4% significa fatalmente non poter più incidere nelle scelte gestionali strategiche del gruppo".

"Tuttavia questa partecipazione resta fondamentale, perché comunque permette al Comune di intervenire all’assemblea degli azionisti e di esprimere un amministratore a cui la legge consente, quantomeno, di vigilare che le politiche gestionali siano funzionali al perseguimento degli interessi della società. E l’interesse della società Toscana Aeroporti - aggiungono Ceccardi e Lazzeri - riteniamo non possa essere che quella di puntare maggiormente allo sviluppo dell’aeroporto di Pisa".

"Inoltre la partecipazione in Toscana Aeroporti rappresenta un asset economico di particolare valore per il bilancio del Comune di Pisa, restituendo un dividendo annuo significativo. Anche sotto il profilo patrimoniale, dunque, è necessario mantenere la partecipazione in mano pubblica".

"E' auspicabile quindi che il sindaco di Pisa, in qualità di socio, si faccia capofila di un intervento corale con gli altri soci pubblici del territorio per promuovere nell’assemblea della società le istanze di Pisa e delle sue popolazioni" concludono Ceccardi e Lazzeri.

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