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Ex Ctp e partecipazione: "La Giunta vuole creare solo strumenti di consenso elettorale", le proposte di Diritti in Comune

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La nostra idea è che Pisa debba essere una città democratica, accogliente e includente, laica e giusta, sostenibile e generosa, culturalmente aperta e creativa, che non lasci svuotare di senso le istituzioni democratiche. Per questo siamo convinti che i processi partecipativi sono fondativi di qualsiasi amministrazione. E’  assolutamente necessario che una piena cittadinanza innervi tutta l’azione di governo della città, è necessario uscire dalla logica di una partecipazione edulcorata e per “pezzetti”. Crediamo che la cittadinanza nel suo insieme sia deputata a co-creare il suo territorio, la sua società, la sua economia. Parliamo di un processo creativo che appartiene a tutte e tutti che, per essere effettivo ed efficace, deve trovare un’articolazione concreta ma anche di garanzia per tutte le voci della città.

Partendo da questa idea denunciamo ancora una volta come in questi 3 anni e mezzo la maggioranza che sostiene la giunta Conti abbia completato annullato qualsiasi forma di partecipazione. E la proposta di delibera con cui la giunta vuole istituire degli organismi di cooptazione facoltativi, con criteri maggioritari ne è la dimostrazione. Infatti la giunta propone di modificare lo statuto togliendo a questi organismi qualsiasi attribuzione e funzione, lasciando facoltativa la sua istituzione e scegliendo la cooptazione come criterio di selezione. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la partecipazione ma serve solo a creare strumenti di consenso per la giunta in vista delle elezioni

Per questo abbiamo presentato una serie di emendamenti allo Statuto che riprendono  il programma elettorale con cui ci siamo candidati.

Proponiamo così di inserire nello Statuto alcuni strumenti di vera partecipazione:

  • Bilancio partecipativo: strumento permanente di allocazione delle risorse per avanzare proposte nate dal basso e che coinvolgano le cittadine e i cittadini, per la gestione delle problematiche e delle conflittualità sul territorio, per l’individuazione e definizione di progetti e interventi, per bilanci di genere e sociale.
  • Assemblee cittadine(zona/quartiere) aperte a forme di cittadinanza attiva, consulte, comitati, associazioni, e singoli cittadini quale momento di informazione, raccolta dei bisogni diffusi e indicazioni in ordine alle priorità di intervento.
  • Tavoli di confronto con la partecipazione di politici, tecnici, cittadini portavoce delle forme di cittadinanza e delle consulte al fine di effettuare la verifica di compatibilità delle scelte di priorità scaturite dalle assemblee, sotto il profilo tecnico, normativo economico e dei tempi di attuazione.
  • Meccanismi di ascolto, proposta, consultazione popolare permanente, per rafforzare il momento consultivo/propositivo in forma obbligatoria, attraverso: laboratori di progettazione partecipata (su servizi, qualità della vita, mobilità, attrezzature collettive, uso del suolo, ecc.); un “laboratorio dei beni comuni” rivolto a coinvolgere nell’amministrazione reale della città e nella gestione dei beni comuni le/i cittadine/i; accordi di quartiere con il coinvolgimento delle scuole e dei giovani, la creazione di “comunità virtuali”, l’elaborazione di mappe dei valori e dei conflitti, ecc.

Proponiamo anche la costituzione di Consigli di quartiere da costruire su base elettiva e che siano punti di riferimento per la cittadinanza.

Da sempre sosteniamo che occorre ripartire dai quartieri per questo proponiamo anche delle Case di quartiere. Gli spazi delle ex-circoscrizioni fanno, infatti,  parte del nostro patrimonio di abitanti di Pisa e oggi sono completamente lasciate in uno stato di abbandono da questa amministrazione. Secondo noi dovrebbero essere, invece, centri di reale partecipazione interni ai quartieri, utili a riavvicinare le cittadine e i cittadini alla gestione della città. E’ infatti grazie alla presenza di spazi disponibili che le persone possono incontrarsi, aggregarsi, confrontarsi e creare insieme il luogo in cui vivono. Riteniamo quindi necessario incoraggiarne anche la frequentazione e l’uso, a partire dalla collocazione di attività e funzioni concrete che aiutino i cittadini e le cittadine ad affrontare i problemi della vita quotidiana. Avremo così delle vere e proprie case di quartiere nei diversi quartieri che, operando di concerto con le altre realtà sociali (ad es. circoli), saranno a disposizione per attività autogestite. Per questo proponiamo di avviare un percorso di incontri ed assemblee di quartiere al fine di proporre una serie di modifiche alle attuali disposizioni per l’utilizzo dei locali delle ex-circoscrizioni al fine di individuare, operando di concerto con le realtà sociali presenti nei quartieri, la migliore forma di gestione condivisa per restituire alle cittadine e ai cittadini questi spazi di fruizione pubblica mettendoli così a disposizione per attività realmente autogestite come:

supporto nella distribuzione dei beni acquistati dai gruppi di acquisto solidale di quartiere;

luoghi per il baratto e il recapito di oggetti sempre funzionali ma non più utili al proprietario;

luoghi in cui siano esposti tutti progetti promossi dall’amministrazione comunale su cui sia possibile chiedere informazioni;

biblioteche dal basso, gestite da associazioni e gruppi di interesse; ○ iniziative ricreative e di socializzazione, culturali e politiche promosse da gruppi di cittadini.

Diritti in Comune: una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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