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No al potenziamento di Camp Darby: "La base deve chiudere, no all'economia di guerra"

Manifestazione e mobilitazione lanciata da Rifondazione Comunista e Una Città in Comune davanti la struttura

Presidio stamani 23 gennaio davanti la base americana di Camp Darby di Rifondazione Comunista (federazioni di Pisa e Livorno) e Una Città in Comune per rilanciare la mobilitazione delle forze antimilitariste, pacifiste e democratiche per fermare i lavori di potenziamento della base.

"Nel 2017 - spiegano insieme le compagini politiche - scoprimmo e rendemmo pubblico il megaprogetto di potenziamento della base militare, cosa che il Comune di Pisa, la Provincia di Pisa, la Regione Toscana a guida Pd e l'allora governo Gentiloni avevano cercato di tenere segreto. La base americana è un nodo logistico determinante per il trasferimento e il trasporto delle armi verso settori strategici dell’area mediterranea in cui sono in corso conflitti alimentati dai governi europei e statunitense a difesa degli interessi forti (per il controllo delle fonti energetiche, per il controllo delle rotte commerciali e militari nel Mediterraneo, nel Mar Rosso...). Da qui il potenziamento di Camp Darby destinata così a diventare sempre più la 'polveriera' del Mediterraneo, svolgendo così un ruolo sempre più importante insieme con il porto di Livorno che è ora collegato a quelli di Aqaba (Giordania) e Gedda (Arabia Saudita) da grandi navi della compagnia statunitense 'Liberty Global Logistics', che con un regolare servizio mensile trasportano le armi di Camp Darby in Medioriente per le guerre in Siria, Iraq e Yemen".

"Il progetto - prrosegue la nota - prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che collegherà la stazione di Tombolo con un nuovo terminal di 18 metri di altezza all'interno della base e un altro terminal più piccolo che avrà le funzioni di controllo e sicurezza. La linea prevede anche la costruzione di un ponte girevole sul Canale dei Navicelli e verrà ingrandito il molo esistente 'Tombolo dock': il tutto per poter gestire un traffico fino a 2 treni al giorno (oggi, di norma, si prevede un treno ogni 2/3 mesi). Il Governo italiano (Ministero della Difesa) non solo si è fatto copromotore di questa operazione, ma ha steso un tappeto rosso agli americani definendola un'opera destinata alla difesa nazionale e che, per questa ragione, 'ha l'esonero dal controllo di conformità urbanistica'. Quindi a nulla è valso che queste grandi strutture siano in contrasto con il Piano Territoriale del Parco e con il Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e Coltano! Non solo, anche la Valutazione di Incidenza, obbligatoria per il fatto che l'area interessata è all'interno di un Habitat prioritario ('Selva Pisana') tutelato dalle direttive comunitarie 92/43/CEE (Habitat) e 147/2009 (Uccelli), non ha impedito la realizzazione dell'opera che, tanto per citarne una, prevede l'abbattimento di circa mille alberi nel cuore della riserva".

Non solo lo stop al progetto: "Per noi Camp Darby deve chiudere e quell'area deve essere da subito riconvertita ad usi civili. E' questa d’altronde la richiesta approvata tempo fa dallo stesso consiglio comunale di Pisa. Non siamo disposti a tollerare che i nostri territori siano servitù per il trasporto di materiale bellico: nessuna infrastruttura civile deve essere messa a disposizione per queste attività. Per questo sosteniamo la battaglia che i portuali di diverse città da Livorno a Genova e la generalizzeremo anche su questo territorio. Facciamo appello a tutte le forze sociali, sindacali e politiche contro la guerra e la militarizzazione del territorio, affinché si costruisca una grande mobilitazione popolare per fermare la realizzazione di questa nuova ferrovia di morte e distruzione e ribadire che l'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali".

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