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Renzi a Pisa: Progetto Rebeldìa partecipa alla contestazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Venerdì 29 aprile il premier Matteo Renzi sarà a Pisa per festeggiare il trentennale della prima connessione internet attivata in Italia e la giunta comunale e il sindaco Filippeschi hanno già cominciato da giorni la promozione di quello che per l'amministrazione della nostra città si profila come un grande evento attraverso il quale far salire Pisa alle cronache nazionali.

Lo spirito con il quale il Partito Democratico si accinge ad accogliere Matteo Renzi si collega perfettamente al tenore delle politiche culturali della nostra città, ormai ridotte alla mera spettacolarizzazione dell'esistente, alla moltiplicazione di interessi e profitti privati, allo smantellamento di qualsiasi deontologia dell'informazione pur di riabilitare agli occhi della cittadinanza una politica dissennata condotta sulla pelle delle componenti più deboli della popolazione.

Crediamo che contestare Renzi sia doveroso per tanti motivi. È salito al governo cavalcando la retorica populista della rottamazione, ha creato un soggetto immaginario che doveva fare la rivoluzione del Paese: i quarantenni con lo smartphone e il computer in mano che avrebbero risollevato le sorti dell'impasse economica e avrebbero rigenerato anagraficamente e nei contenuti la politica italiana. Tuttavia l'agire politico del premier Renzi non ha prodotto alcuna discontinuità rispetto ai suoi predecessori: mafia, scandali e interessi lobbistici attraversano il suo entourage politico, senza dimenticare l'inasprirsi della morsa della crisi sui precari del lavoro e della ricerca, su chi è rimasto senza casa, sui disoccupati ai quali non è concessa alcuna misura di welfare.

Renzi è nei fatti l'esecutore finale di un progetto neoliberista inarrestabile che sta polverizzando ogni elemento minimo di convivenza democratica: l'approvazione del cosiddetto "DDL Acqua", che va palesemente contro alla volontà di 27 milioni di cittadini espressa nel referendum del 2011, l'attacco frontale al referendum contro le trivellazioni in mare e l'accentramento personalistico di tutte le riforme finora proposte e varate, la Buona Scuola di Renzi, lo Sblocca Italia di Renzi, il Jobs Act di Renzi, non ultimo il tentativo di "deforma" della Costituzione, architettato dall'asse Renzi/Boschi/Verdini, disattendendo peraltro la sentenza della Corte Costituzionale sul porcellum.

Iper esposizione mediatica, narrazione tossica, censura del dissenso, riflettori puntati. Tutto questo caratterizzerà la visita di Renzi al CNR prevista per venerdì 29, eppure sappiamo sin da ora che quella giornata sarà anche chiusura della città, creazione di "zone rosse", assembramenti ingenti di forze dell'ordine di fronte all'imponente cancellata di via Moruzzi. A dispetto dell'occhio di bue continuamente puntato, Matteo Renzi concretamente di chiuderà, si trincererà.
Vuole andare al CNR a dare lustro alla città di Pisa e farsi qualche selfie per festeggiare la nascita di internet? Bene, lo farà chiuso nei palazzi, dietro la violenza degli scudi, dei caschi e dei manganelli della polizia.

Noi saremo fuori, nelle strade e nelle piazze per esercitare un diritto alla città che questo governo contribuisce a negare attraverso il ripiegamento nel falso consenso della rete, quella stessa rete che in Europa sta agendo da canale dirompente per rigenerare la narrazione delle lotte che si stanno dando in Francia come in tanti altri paesi.

Non resteremo indifferenti - come ci ricorda Antonio Gramsci - perché crediamo che il luogo della vera politica siano la carne e le ossa della gente. Saremo in tante e tanti a ribadire che non esiste differenza politica tra i recenti accordi Europa-Turchia, la militarizzazione del confine italo-austriaco, la chiusura della rotta balcanica e lo stato di emergenza creato ad arte nella nostra città che investe il tema dell'accoglienza dei profughi così come quello delle politiche sociali (inesistenti) per i cittadini più bisognosi.

Vogliamo dimostrare che l'idea di confine e confinamento domina nel modus operandi di chi ci governa, si riflette nella politica estera così come in quella cittadina attraverso la marginalizzazione dei più deboli, dei più poveri e delle minoranze etniche, e si esplicita anche in occasioni di passerella come quella di venerdì, poiché di fatto a asserragliarsi e chiudersi dietro la violenza di un diritto ingiusto sarà proprio Matteo Renzi.

E noi non mancheremo di ricordarglielo.

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