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ReteDem Pisa sul rinnovo della Presidenza del Parco Migliarino-San Rossore

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il rinnovo della presidenza del Parco Naturale di Migliarino-San Rossore apre scenari preoccupanti per chi ha a cuore le sorti di quello che è una delle realtà ambientali più significative dell’intero paese.
Appare infatti poco comprensibile la scelta di chi sostiene la necessità di una sostituzione dell’attuale Presidente Fabrizio Manfredi alla luce dei significativi risultati ottenuti nel suo primo mandato, in un contesto di estrema difficoltà anche per la sostanziale solitudine in cui Manfredi si è spesso trovato ad operare un’opera di risanamento e consolidamento che troverebbe pieno compimento in un secondo mandato, naturale evoluzione del percorso fin qui seguito.
Le stesse considerazioni sono state recentemente espresse dalle associazioni e da autorevoli esponenti del mondo ambientalista che hanno ribadito l’importanza strategica della difesa della straordinarietà del Parco, della sua biodiversità, oltre a ribadire la centralità di interventi di tutela del patrimonio forestale, dal rilancio dell’agricoltura e dei prodotti tipici e della promozione di un turismo rispettoso e consapevole.

Appare quindi eccessiva la fretta con cui molti esponenti di spicco del PD paiono voler liquidare l’esperienza Manfredi, forse - come maliziosamente ipotizzano fonti giornalistiche - per una neanche troppo celata vendetta politica nei confronti dello stesso Manfredi, reo di aver sostenuto la candidatura di Giorgio Del Ghingaro a candidato Sindaco di Viareggio.
Inoltre alcune candidature che apprendiamo dalla stampa risultano palesemente incompatibili politicamente e culturalmente con il mandato di Presidente del Parco, lontane come sono dalla valorizzazione di un Parco negli aspetti che poc’anzi citavamo, quasi - come affermato recentemente - che il Parco rappresenti un vincolo (“un freno” ha affermato qualcuno) a politiche di sviluppo disordinate di cui già oggi osserviamo con preoccupazione gli effetti. Ci pare di leggere tra le righe - e l’eventuale mancata riconferma di Manfredi sembrerebbe confermare i nostri timori - che ci sia una precisa volontà di ridimensionare il ruolo dell’Ente Parco all’interno di una politica in cui spinte corporative e lobbistiche si agitano per allentare quegli elementi di controllo e contenimento che solo una realtà come il Parco ha potuto garantire ad un territorio particolarissimo, quasi un unicum per la sua ricchezza paesaggistica.

Infine, ancora una volta osserviamo con amarezza e preoccupazione come negli organi del PD manchi una qualsiasi forma di dibattito democratico su scelte fondanti il futuro del nostro territorio, obbligati come siamo a prese d’atto da dichiarazioni sulla stampa o sui social.
 

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