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Riforma PA, riordino Camere di Commercio: "I tagli porteranno un periodo di agonia"

Il presidente dell'ente camerale pisano commenta l'annunciato riordino, sottolineando le conseguenze dei numerosi tagli nei servizi, nonchè le incertezze per i lavoratori: "Dispersione di competenze di personale qualificato"

Esprime preoccupazione il presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini per l'annunciata riforma del sistema camerale così come delineata nella bozza di decreto legislativo circolata in questi giorni. Il Decreto dovrebbe attuare la delega contenuta nella cosiddetta Legge 'Madia' per la riforma della P.A. e
arriva dopo la già prevista riduzione degli enti camerali da 105 a 60 e il taglio del diritto annuale a carico delle imprese e dunque delle risorse a disposizione delle Camere, fino alla misura del 50% nel 2017.
La bozza di decreto attuativo, come sottolinea lo stesso presidente dell'ente camerale pisano, prevede un taglio drastico a molte delle attuali funzioni delle Camere di Commercio:
- il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, destinato a supportare le piccole imprese che formano il tessuto portante della struttura produttiva del Paese;
- gli interventi di promozione dei prodotti tipici e tradizionali locali con businnessmatching, fiere ed eventi;
- gli interventi in materia di alternanza scuola-lavoro;
- gli interventi di sostegno alle start up innovative e alla creazione di impresa;
- gli interventi a sostegno degli investimenti in materia di sicurezza ed innovazione, all'accesso al credito da parte delle PMI;
- il servizio fornito a imprese e a consumatori in materia di giustizia alternativa (conciliazione e arbitrato);
- il monitoraggio, lo studio e la diffusione dei dati economici dei territori.

"Al predetto taglio drastico di funzioni, farebbe riscontro un altrettanto drastico taglio del personale in servizio che raggiungerà la quota del 25% per le Camere coinvolte negli accorpamenti - sottolinea Tamburini - per Pisa, Camera che vanta indici assolutamente virtuosi nel panorama nazionale con costi del personale inferiori al 20% dei costi correnti e interventi economici che, prima dell'avvio dei tagli ammontavano al 70% del diritto riscosso, significherebbe ulteriori tagli lineari al personale, già dimensionato in maniera corretta, grazie al blocco dei turnover e al contenimento dei costi. II personale delle Camere di Commercio è già stato oggetto di razionalizzazioni e si distingue per competenze e qualità del servizio, come dimostrano le indagini indipendenti che annualmente vengono
svolte: tagli senza motivazioni, senza strategie ben definite che riallochino le funzioni altrove, apriranno un lungo periodo di agonia, tagliando servizi e portando alla dispersione di competenze di personale qualificato".
Inoltre per Tamburini "eliminare servizi pubblici, apprezzati dalle imprese che ne fruiscono, finanziati da un Diritto annuale pagato dalle imprese stesse con poche
decine di euro l'anno, per arrivare all'erogazione di servizi 'Pay per use', porterà una perdita secca per le imprese più piccole, ossatura del nostro sistema economico".

"Apprezziamo - conclude il presidente dell'ente camerale di Pisa - che l'esame del decreto come circolato in questi giorni sia stato rinviato a data da destinarsi e auspichiamo che si trovino al più presto modi ed occasioni di ulteriore confronto per giungere ad una riforma che non sia punitiva o peggio ancora mediatica, ma che invece valorizzi l'ampio ventaglio di competenze e di servizi che le Camere di Commercio offrono alle imprese ed ai territori, peraltro senza gravare sul bilancio dello Stato".

LA LETTERA AL PREFETTO. Preoccupati anche gli stessi lavoratori della Camera di Commercio. La Rsu ha scritto una lettera al prefetto Attilio Visconti manifestando dissenso per i tagli agli enti camerali, sia in termini economici che di funzioni, oltre a mostrare agitazione per il futuro incerto dei dipendenti. La Rsu invita il prefetto "a farsi portavoce dello stato di preoccupazione che coinvolge il personale del sistema camerale".

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