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Pisa 1909, ancora tensioni in società, Lucchesi: "Il rapporto non funziona, uno dei due deve lasciare"

Un matrimonio economico obbligato che non rende felice nessuno, quello stipulato da Lucchesi e Petroni nell'AC Pisa 1909. E le acque si agitano

Il Pisa pareggia a Pordenone, ma, forte del 3-0 dell’andata, potrà giocarsi la finale play off contro il Foggia, nella doppia sfida che il 5 giugno vedrà le due squadre impegnate all’Arena Garibaldi e il 12 allo 'Zaccheria': ritorno che i nerazzurri giocheranno quindi lontano dalle mura amiche, in virtù del fatto che i pugliesi si sono piazzati come miglior seconda nella griglia play off. Ma questo sembra un discorso marginale anche al termine della sfida giocata domenica 29 maggio al 'Bottecchia', dove non sono mancati nuovi appunti sulle già note vicende societarie.

A prendere parola per primo, nella sala stampa dello stadio friulano, è il presidente Fabio Petroni, che prima si concentra sulla finale (“abbiamo il 25-30% di possibilità di vincere e di far sì che i sogni diventino realtà”), ma tiene poi a precisare diversi aspetti sulla questione extra campo: “In società siamo soci al 50%, ma siamo noi quelli che hanno messo i soldi veri nel Pisa, a differenza degli altri che hanno messo pochi spicci: prima di noi solo Battini aveva investito somme importanti. A novembre siamo giunti in nerazzurro lanciando un'ancora di salvataggio a Lucchesi e Gattuso, ed è anche per questo che adesso mi aspetto professionalità e responsabilità, anche se vedo che qua si sta tentando in modo inelegante e volgare di acquisire il 50% a cifre ben minori del reale e attuale valore della stessa quota”.

Più cauto il dg Lucchesi: “Io nel Pisa ho una doppia veste, quella di socio e quella di gestore, dato che la gestione sportiva è mia, quindi mi trovo anche molto in imbarazzo nel dovermi schierare. Di certo c’è che il matrimonio si è fatto per bisogno e necessità, ma ci siamo accorti che questo rapporto non funziona, quindi dobbiamo trovare una soluzione, tanto non possiamo continuare a lavorare insieme, una delle due parti deve lasciare: noi vogliamo restare, ma non con loro, e stiamo cercando di liquidarli con la giusta somma, ringraziandoli per quanto fatto. Ma non è adesso il momento di parlare".

E in effetti ora è tempo di pensare solo a conquistare la Serie B, che potrebbe sicuramente aprire anche altri scenari a livello economico, e risolvere quindi in qualche modo l’intricata questione. Che lascia però presagire l’ennesima estate bollente per Pisa e il Pisa. Ma da dopo il 12 giugno.

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