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Appello dei Docenti del Corso di studio in Scienze per la Pace (Università di Pisa): dialogo con il campo di via Pietrasantina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il 28 Febbraio il Governo ha chiuso definitivamente il ciclo di accoglienza per i profughi fuggiti dalla guerra in Libia, la conseguenza è stata l’allontanamento definitivo dai centri predisposti per fronteggiare l’emergenza di circa 20.000 persone. In questi due anni sono stati spesi un miliardo e 300mila euro, ma non è stato pensato nessun programma di inserimento lavorativo e abitativo: persone che in Libia lavoravano, studiavano o che avevano competenze professionali, sono state “parcheggiate” ad attendere l’esito di una domanda di asilo senza alcuna prospettiva di futuro.

Siamo venuti a conoscenza, grazie alle segnalazioni di diversi studenti del nostro corso di laurea, da tempo vicini ai ragazzi del centro di accoglienza di via pietrasantina, che anche a Pisa la situazione al momento non è delle migliori. Da due anni è stato allestito un campo con container fatiscenti, collocati ai lati di un fosso maleodorante, con servizi igienici inadeguati, queste difficili condizioni hanno già provocato forme di protesta anche da parte dei migranti. Giovedì 28 febbraio la situazione è precipitata visto che è iniziato lo sgombero del campo portato avanti dallo stesso ente gestore la Croce Rossa.

Ad oggi, di fatto, il centro di accoglienza è occupato dai profughi che come unica soluzione alternativa vedono la strada. Più volte e già da molti mesi è stata avanzata la richiesta di formare un tavolo di discussione con le istituzioni politiche locali (comune, regione e prefettura) e la Croce Rossa per risolvere questo grave problema. I profughi infatti non hanno altra scelta che rimanere in quel luogo chiedendo soluzioni credibili di avviamento al lavoro e un luogo dignitoso dove poter vivere. Molte volte studenti ed attivisti di Africa Insieme hanno chiesto una proroga alla Croce Rossa e il contemporaneo avviamento di un tavolo di discussione, invece a queste ragionevoli sollecitazioni ad oggi non è arrivata risposta.

Chiediamo agli attori istituzionali di recarsi al centro per avviare, insieme ai profughi e alle associazioni che li sostengono, un tavolo di discussione finalizzato a trovare risposte concrete partendo dall’ascolto dei bisogni e nel rispetto dei diritti.

Sonia Paone, Giorgio Gallo, Marco Della Pina, Francesco Lenci, Paola Bora, Rosaria Vergara, Antonino Drago

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