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Cronaca

Cyberlegs: il progetto per protesi robotizzate cerca volontari per i test

Finanziato dall'Unione Europea, con il coordinamento dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e con il contributo dei ricercatori della Fondazione Don Gnocchi di Firenze, dove saranno svolte le prove delle applicazioni. I contatti per proporsi

Si avvia alla conclusione il progetto europeo Cyberlegs, che vuole restituire a pazienti amputati, in particolare ad anziani che presentano un quadro clinico compromesso e debilitato, la capacità di camminare, con facilità, agilità e senza dispendio di energia. Il progetto è finanziato nell’ambito del settimo programma quadro dalla Commissione Europea ed è sviluppato in collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (coordinatore), la Fondazione Don Gnocchi e partner europei come l’Università di Lubiana (Slovenia), l’Università Cattolica di Louvain (Belgio), la Libera Università di Bruxelles (Belgio). In questa ultima fase del progetto, dopo due anni di ricerca, è previsto lo svolgimento di test su alcune persone amputate: i ricercatori lanciano quindi un appello per individuare volontari disposti a provare i dispositivi, mettendosi a disposizione per una giornata. L’identikit del volontario ideale è una persona che ha subito l’amputazione dell’arto inferiore a livello femorale per cause vascolari o a per traumi e che abita a Firenze o nelle immediate vicinanze. Le prove saranno svolte alla Fondazione Don Gnocchi di Firenze, dove si trova il laboratorio congiunto con l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna 'MARE Lab', dove si sperimentano sistemi indossabili per la riabilitazione e per l’assistenza motoria. Questa è l’unica sede dei test per validare i prototipi sviluppati da tutti i ricercatori del consorzio Cyberlegs, distribuiti fra Pisa, Bruxelles, Lubiana.

Il progetto ha sviluppato due dispositivi integrati: una protesi robotizzata che sostituisce l’arto amputato e un’ortesi pelvica, anch’essa robotizzata, che - collegata a entrambi gli arti - aiuta il movimento e facilita il cammino. Proprio in questo dispositivo pelvico e nella sua integrazione con la 'gamba artificiale' risiede l’elemento più innovativo: si tratta di una sorta di 'tutore attivo', che, dopo la fase sperimentale, assumerà l’aspetto di un paio di pantaloncini facili da indossare e che agevolerà il movimento delle gambe, aiutandolo nella fase di spinta. L’interazione dei due dispositivi permette di camminare, di salire le scale, di sedersi e di rialzarsi da una sedia, senza eccessiva fatica fisica, senza pesanti ingombri e, sopreattutto, senza una tecnologia troppo complessa da gestire.

I volontari che fossero interessati a candidarsi per partecipare ai test possono contattare il Centro IRCCS Don Gnocchi di Firenze, telefono 05573931 oppure mettersi in contatto con i ricercatori Michela Meneghetti, michela.meneghetti@me.com, Federica Vannetti, fvannetti@dongnocchi.it, Guido Pasquini, gpasquini@dongnocchi.it.

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