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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca San Giuliano Terme

Fallimento ex Hotel Granduca, l'amministratore Salsini: "I presupposti per fronteggiare la crisi c'erano"

Venerdì è atteso l'ufficiale giudiziario per apporre i sigilli all'albergo di San Giuliano Terme. Giovedì una nuova protesta dei dipendenti, mentre interviene l'amministratore unico della Cms per ripercorrere le tappe della vicenda

E' il giorno dei sigilli per l'Hotel di Pisa, l'ex Hotel Granduca di San Giuliano Terme, i cui dipendenti da mesi non ricevono lo stipendio. Ieri una nuova protesta che ha paralizzato il traffico lungo la via del Brennero, oggi invece è previsto l'arrivo del curatore fallimentare. Ieri i lavoratori hanno incontrato nuovamente Simone Salsini, amministratore unico della Cms, la società che gestisce l'albergo, ma il colloquio ha portato ad un niente di fatto. "Ci ha chiesto - ha spiegato uno dei dipendente, Giacomo Paolini - altro tempo promettendo un acconto di 800 euro entro il prossimo 18 marzo. Ma ormai non ci fidiamo più visto che l'ultimo acconto risale al 31 dicembre ed era di soli 100 euro".

Questa mattina in un comunicato è lo stesso Salsini ad intervenire sulla vicenda. "Abbiamo rilevato la gestione nel febbraio 2014, senza alcun tipo di marketing e di politica commerciale alle spalle. Per questo abbiamo stipulato un contratto di sei anni in modo da avere un tempo di ritorno dell’investimento adeguato e poter assorbire senza problemi le difficoltà del primo anno e degli anni successivi - ricorda l'amministratore della Cms - tra novembre e dicembre, in periodo di bassa stagione, abbiamo avuto alcune criticità finanziarie che potevamo comunque fronteggiare con affidamenti bancari che erano ormai prossimi alla deliberazione, anche alla luce della proficua gestione di avvio. Può dirsi decisivo in senso negativo il fallimento di Iniziative Turistiche srl, società affittante l’azienda. Tale episodio ha irrigidito in modo irreversibile il sistema creditizio e paralizzato le possibilità di finanziamento dalle banche perché la nostra attività non aveva più alcun tipo di garanzia, potendo il curatore sciogliersi dal contratto".

"A quel punto - prosegue Salsini - la prosecuzione è avvenuta facendo appello alle risorse finanziarie proprie, con conseguente necessità di privilegiare i fornitori strategici, divenuti diffidenti a causa delle allarmanti notizie diffuse dopo il fallimento. Ovviamente si è registrata anche l’impossibilità di far fronte agli impegni verso i dipendenti i quali già avevano sopportato l’insolvenza a loro carico della società affittante".

Si sono così cumulati insoluti di 6 mensilità, oltre alla tredicesima, anche se supportate da alcuni acconti fino a dicembre. "Un mese fa - ricorda Salsini - si è aperto un tavolo sindacale in Prefettura e si erano aperte ulteriori possibilità di intervento che comunque costituivano il complemento di un’attività che, di per sé, si preannunciava positiva per la stagione in corso, tenuto conto delle 25mila prenotazioni già pervenute. Si tratta di soluzioni che, pur ricevendo l’adesione della gestione, hanno visto l’ostilità da parte di alcuni soggetti anche pubblici". "In ogni caso sono convinto che avremmo avuto la stabilità finanziaria necessaria per garantire l’adempimento di tutti gli impegni - conclude l'amministratore unico - spiace pertanto constatare che sia stata respinta l’unica possibilità (almeno allo stato) che operativamente poteva consentire di coniugare la proficuità della gestione aziendale, le ragioni della curatela e soprattutto i diritti dei dipendenti".

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