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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Parco San Rossore: nuovo piano di indirizzo dell'attività agro-zootecnica

Meno capi di bestiame e più coltivazioni locali è la decisione dell'ente, con fra le novità l'agricoltura sociale e la fattoria didattica

L'ente parco ha presentato il nuovo piano di indirizzo dell'attività agro-zootecnica della Tenuta di San Rossore. Oggi l'azienda agroozootecnica copre circa 700 ettari dei 5mila complessivi e vi si svolge un'attività biologica integralmente certificata. L'intento è quello di ridurre l'impatto della parte animale, riscoprendo al contempo le produzioni agricole della tradizione locale. Fra le novità ci sono fattoria didattica e agricoltura sociale.

"Con il nuovo piano - ha dichiarato il presidente Giovanni Maffei Cardellini - l'azienda  sarà qualificata nella sua funzione scientifica e biologica tale da garantire la salute degli animali che sempre di più cresceranno allo stato brado. Inoltre sarà affiancata da altre attività proprio per rappresentare al meglio la vocazione di San Rossore ed essere un modello di sostenibilità e un laboratorio a cielo aperto, di conoscenze e di sperimentazione. Un cantiere dove si praticano attività agricole e zootecniche in piena armonia con i compiti di conservazione e tutela degli ambienti naturali ed una leva per le realtà economiche del territorio costiero".

"Nel tempo verranno valutate altre attività agricole legate non solo alla zootecnia, bensì allargate all'orticoltura, frutticoltura e anche a coltivazioni di leguminose e cereali sempre in qualche modo legate al territorio, alle sue tradizioni, alle varietà locali, alle produzioni tipiche della zona costiera. Per rendere più forte anche il messaggio verso l'esterno, verso la comunità locale, verso i frequentatori saranno introdotte anche una nuova attività di valore strategico come la fattoria didattica al cui interno troveranno spazio animali, prodotti, strumenti e attività di trasformazione delle produzioni stesse. Per dare concreta rappresentazione alla vocazione sociale ed ai più ampi scopi di contribuzione alla coesione sociale delle comunità del Parco, sarà dato spazio anche all'ospitalità di attività di agricoltura sociale tendendo sempre ben fermi i principi di radicamento territoriale e delle tradizioni locali oltre che curare anche gli aspetti di valorizzazione economica delle produzioni".

"L'attività agricola della Tenuta di San Rossore - descrive il direttore Enrico Giunta - si svolge su circa 600 ettari di terreno suddivisi in 8 appezzamenti a sud lungo Arno e a nord lungo il Serchio. Esclusi i tre dromedari non in grado di riprodursi (una femmina e due maschi castrati), gli allevamenti consistono in quello equino, costituito da due mandrie (una Tiro Pesante Rapido con 17 capi e una Monterufolina con 15 capi) e quello bovino, costituito da quattro mandrie (due di razza chianina composta da 64 capi, una di pisana con 49 capi, una di maremmana con 20 capi e un esemplare di Limousine per un totale di 134 capi). Attualmente sono in corso le procedure per la vendita degli animali per riportare in dimensione maggiormente sostenibile il numero dei capi. Questo obiettivo è stato perseguito nel corso del 2017 e nel 2018, predisponendo due aste per bovini ed equini, recuperando il ritardo accumulato nelle vendite dei vitelli e dei cavalli e riportando le mandrie sotto controllo e in equilibrio gestionale".

Il piano delle coltivazioni 2017-2018 prevede, fra aumento di produzione di fieni aziendali e diminuzione dei capi, una sensibile riduzione della spesa necessaria per l'alimentazione degli animali nell'inverno 2018-2019. Anche dal punto di vista della protezione delle produzioni dall'azione degli ungulati sono stati messi in campo progetti e recuperato finanziamenti per prevedere interventi straordinari di rifacimento delle recinzioni. Il lavoro dovrà comunque proseguire con l'obiettivo di raggiungere l'autosufficienza alimentare nell'annata 2019-2020.

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